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Schermata_2023-07-19_alle_14.11.34.pngErosione a Pineto, Cantarini:“asportare ghiaia dalla spiaggia è un delitto e le amministrazioni che lo permettono sono complici”.
L’erosione della costa di Pineto nord ha ormai assunto le dimensioni di un disastro e, come confermato dallo stesso sindaco Verrochio (vd. https://certastampa.it/170-rubriche/controcorrente/58679-controcorrente-pineto-per-quest-anno-non-cambiare-senza-spiaggia-stesso-mare.html) è stata provocata, prevalentemente, dall’opera dell’uomo e, in particolare, dalla realizzazione di un “pennello” ubicato a nord del torrente Calvano.
Una situazione (a dir poco) paradossale, considerato che tale dannosa struttura,come confermato dal sindaco, fu costruita con lo scopo di ostacolare il flusso dei sedimenti ciottolosi provenienti dalla foce del fiume Vomano ed ha quindi bloccato il ripascimento naturale, ovvero quel fenomeno da cui dipende la crescita e stabilità della spiaggia .
Per un approfondimento, abbiamo intervistato il dott. Leone Cantarini, già presidente dell’area marina protetta della Torre del Cerrano che, forte dell’esperienza maturata sul campo e con la passione di vero uomo di mare, ha esposto delle possibili soluzioni al grave problema.


Il sindaco di Pineto Robert Verrochio, nel corso di una conferenza stampa – dibattito del 20 maggio 2019, ha individuato quale principale causa (70%) dell’erosione della costa di Pineto Nord, la realizzazione di un “pennello”  ubicato a circa 400 metri a nord della pinetina Catucci. Condivide tale conclusione?


Sicuramente si, i pennelli sono una iattura e raramente il loro posizionamento è giustificato, e comunque mai da soli, ma abbinati ad altri sistemi di difesa.


Vuole spiegare ai lettori per quale ragione detto “pennello” può aver provocato l’erosione della spiaggia posta a sud della struttura?


Il pennello a Nord, nel caso in questione, frena il decorso verso sud del materiale litoide portato in mare dal fiume Vomano, creando un accumulo dello stesso materiale a nord del pennello. La mancanza di un apporto costante di materiale da nord ha creato di fatto uno squilibrio fra deposito di sedimenti ed asporto dovuto all’erosione; l’apporto di sedimenti si è interrotto ma l’erosione è stata costante, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti.


Il sindaco di Pineto, tuttavia, nonostante la piena consapevolezza del pregiudizio arrecato dal pennello, che ha determinato nel punto più eroso la scomparsa quasi completa della spiaggia, non ha inteso rimuovere tale struttura che, come da lui stesso testimoniato, fu realizzata per bloccare il flusso dei sedimenti ciottolosi provenienti dalla vicina foce del fiume Vomano.
Una scelta che ha “giustificato” con il dovere di dare ascolto alle istanze dei cittadini e, in particolare, degli operatori balneari che non accettano la trasformazione della spiaggia …

Qui le considerazioni esulano da constatazioni oggettive; come tutte le scelte radicali quasi sempre generano scontenti ,incertezze del futuro, diffidenza iniziale. Penso che questa non iniziativa sia stata una sorta di compensazione al fatto che i balneari volevano le barriere orizzontali in aggiunta ai pennelli (che avrebbero provocato erosione a sud del Calvano),mentre l’amministrazione non le voleva assolutamente . Un atteggiamento salomonico dove non venivano scontentati i balneari a sud del Calvano e contemporaneamente non veniva messa in crisi l’Area Marina Protetta, senza far arrabbiare ulteriormente i balneari interessati dall’erosione.
A questo ha assistito la Regione che tutto ha fatto fuor di conciliare una buona soluzione efficace ed accettata dalle parti; per motivi politici, ha sposato la causa dei balneari in toto cercando di scaricare le responsabilità tutte sull’amministrazione comunale, promettendo fondi inesistenti per realizzare un progetto di difesa anacronistico (e meno male che i soldi non ci sono,altrimenti i danni sarebbero stati ancor maggiori).
In Area Marina Protetta ci siamo sempre battuti per questa modalità di approccio al problema, abbiamo cercato di far capire che ignorare le evidenze scientifiche non avrebbe portato da nessuna parte; a Torre Cerrano ci sono in funzione le telecamere dell’ISPRA per il monitoraggio delle linee di costa dal torrente Piomba al fiume Vomano e i ricercatori dell’ISPRA conoscono molto bene le dinamiche delle variazioni dovute all’erosione: sono dati importantissimi per studiare il fenomeno erosivo in quel tratto.
Bene, nessuno fra gli enti ed i tecnici che hanno progettato o validato i progetti di difesa nel tratto in discussione ha mai interpellato l’ISPRA per conoscere quelle evidenze e farsi un’idea supportata da dati scientifici prima di proporre una soluzione.
I problemi si affrontano con una visione di interesse generale e non contro o a favore di qualcuno.

 

Eppure la “ghiaia” rispetto alla sabbia rappresenta una barriera naturale all’erosione, come dimostra ad esempio,  la crescita e stabilità della spiaggia ubicata più a nord del pennello, dinanzi alla zona dei camping …


Lo sanno tutti che la ghiaia è un freno all’erosione, se non altro per il suo peso. Basta pensare al fenomeno dell’erosione eolica, che diamo per inevitabile ma che può essere contrastata, vedi ripristino delle dune, mentre la ghiaia macinata aiuterebbe ancor di più il contrasto all’erosione.


I ciottoli, tuttavia, hanno sin dall’inizio aggirato il pennello e comunque “invaso” la spiaggia di Pineto nord, tanto che, per oltre un decennio, sono stati sistematicamente rimossi come se si trattasse non già di preziosi sedimenti, ma di rifiuti. La rimozione è avvenuta ed ancor oggi prosegue, con l’utilizzo massiccio di pesanti trattori e mezzi cingolati e la ghiaia è stata sempre asportata tramite le pale meccaniche di detti mezzi, senza operare una preventiva setacciatura e così portando via insieme alla ghiaia, enormi quantitativi di sabbia marina.
Si è poi fatto ricorso a periodiche ed effimere operazioni di ripascimento artificiale, con un costo enorme per l’erario e più volte prelevato sabbia dal fondale marino antistante, in alcuni casi, a pochi metri dalla riva, infliggendo così ulteriori danni all’ambiente marino.
Come valuta l’attività di rimozione della ghiaia (mista a sabbia) e l’utilizzo per tale operazione dei trattori?

Quali le conseguenze su una spiaggia già soggetta ad una forte erosione?

 

Purtroppo il “trattorismo” è il male del millennio, accentuato dagli “intellettuali della sabbia”; a Pescara abbiamo il massimo esponente di questo movimento che è anche a capo di una forte organizzazione di categoria. Muovere la sabbia sempre e comunque, evitandone la compattazione, rende più agevole l’erosione sia da parte del vento che dell’acqua! Asportare ghiaia dalla spiaggia è un delitto e le amministrazioni che lo permettono sono complici. Negli anni ‘50 la ghiaia per le costruzioni si andava a prenderla al mare con i camion, fu presto vietato perché ci si rese conto che,continuando, avrebbe procurato danni irreparabili.
Bastava,invece di asportare, macinare finemente la ghiaia con una” tritura sassi” come si fa in molte realtà così, invece di sottrarre materiale, lo si sarebbe aumentato in volume, compensando l’asporto dovuto all’erosione.
In una spiaggia soggetta ad erosione, se si mettono in campo azioni che invece di contrastarla la favoriscono, è ovvio che non c’è futuro per quel tratto di spiaggia.

 

Fino a qual punto ritieni che la presenza degli stabilimenti balneari nella zona maggiormente erosa (Il Gabbiano, il Bar dei Pini e La Tartana) possa ancora ritenersi compatibile con l’ambiente marino, considerato peraltro che hanno perduto gran parte della spiaggia oggetto di concessione?

 


Purtroppo, la cattiva gestione del fenomeno naturale ha accentuato il fenomeno stesso e ne ha aggravato le conseguenze. In una strategia condivisa per affrontare il problema erosivo, la presenza degli stabilimenti balneari può essere compatibile; in una situazione di gestione conflittuale del fenomeno erosivo, sicuramente rappresenterebbero dei detrattori ambientali.


Quali soluzioni propone per frenare il fenomeno dell’erosione ed ottenere un ripristino della spiaggia, nel rispetto dell’ambiente marino?
Il “pennello” deve esser rimosso così come avvenuto a Cologna spiaggia?

 

Mi verrebbe da proporre, rimozione pennello, macinatura ghiaia, sistema di palificazione olandese, ripascimento temporaneo, messa in sicurezza nella parte a ridosso della pista ciclabile, realizzazione di piattaforme in legno nei punti più critici. Escluderei barriere orizzontali con massi, in quanto creerebbero erosione a sud del Calvano.

 

Quale senso può avere mantenere nella zona in oggetto i predetti stabilimenti balneari, la cui annuale protezione comporta ulteriori spese per l’erario?

 

Se dopo gli interventi elencati sopra, dovesse persistere una situazione di criticità non superabile nel tempo, mi verrebbe da suggerire una delocalizzazione degli stessi, ridando agli operatori concessioni a nord verso Scerne, oppure a sud in area marina.

Vincenzo di Nanna