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4_2023_09_18_20230918_115904_3775E988.jpgSono 16 abruzzesi e uno molisano ("Molise Aglianico Contado Riserva 2019" di Di Majo Norante) i vini che hanno ottenuto i "Tre Bicchieri" della guida "Vini d'Italia 2024" del Gambero Rosso. Per quanto riguarda l'Abruzzo, le Cantine che hanno partecipato alla selezione dsono state quasi un centinaio e i vini che hanno ottenuto il massimo riconoscimento sono stati: "Abruzzo Pecorino Bianchi Grilli per la Testa 2021" di Torre dei Beati, "Abruzzo Pecorino Sup. La Canaglia 2022" di Fontefico, "Cerasuolo d'Abruzzo Giusi 2022" di Tenuta Terraviva, "Cerasuolo d'Abruzzo Tauma 2022" di Giuliano Pettinella, "Cerasuolo d'Abruzzo Villa Gemma 2022" di Masciarelli, "Frontone Pecorino 2020" di Cataldi Madonna, "Lupaia Trebbiano Spontaneo 2022" di Castorani, "Montepulciano d'Abruzzo Becco Reale 2019" di VignaMadre - Famiglia Di Carlo, "Montepulciano d'Abruzzo Campo Affamato 2020" di Inalto Vini D'Altura, "Montepulciano d'Abruzzo Ris. 2019" di Contesa, "Montepulciano d'Abruzzo Terre dei Vestini Bellovedere Ris. 2020" di La Valentina, "Trebbiano d'Abruzzo 2019" di Valentini, "Trebbiano d'Abruzzo 2021" di Amorotti, "Trebbiano d'Abruzzo Fosso Cancelli 2020" di Ciavolich, "Trebbiano d'Abruzzo Vigneto di Popoli 2020" di Valle Reale, e "Tullum Pecorino Bio 2022" di Feudo Antico.

"Le annate 2022 e 2021 del Montepulciano d'Abruzzo sono state affrontate dalle aziende in maniera corretta: pochi i vini surmaturi, con etichette piuttosto ben fatte e godibili" spiegano i curatori della guida, sottolineando che "il discorso cambia con i 2020, dove iniziano ad entrare in gioco dei limiti tecnici, con il legno che risulta l'ingrediente principale di alcuni rossi. Si torna su con i 2019, piuttosto nitidi e dotati di buona freschezza. Scendendo con le annate non è raro trovare vini già a fine corsa".

Del Cerasuolo, i critici del Gambero spiegano che "si dice sia il
vino del futuro: la potenza materica del Montepulciano viene
imbrigliata in vini leggeri che, nelle migliori versioni, non
perdono nulla dell'energia del vitigno, anzi la incanalano verso
la giusta direzione, nelle versioni veraci, quelle più
identitarie".

Per quanto riguarda i bianchi, si conferma lo strapotere del
"Pecorino" sul Trebbiano, con oltre 100 campioni per il primo e
poco più di 60 per il secondo. "I produttori stanno cercando di
'restaurare' il Trebbiano con versioni che escono almeno dopo un
anno, o anche di più: vini complessi, sfumati, molto interessanti
man mano che si va indietro nel tempo" spiegano i recensori,
aggiungendo che "se il Pecorino la fa da padrone nei numeri, non
si può dire lo stesso per la qualità: colpa certamente della
torrida annata 2022, che si è fatta sentire non tanto per i vini
surmaturi o 'cotti', quanto per la paura di arrivare a tanto, con
vini un po' crudi e 'verdi', probabilmente frutto di raccolte
troppo anticipate".

Nel piccolo e giovane Molise la grande protagonista è una varietà
autoctona a bacca rossa, la Tintilia. "Più volte in degustazione
ci siamo ritrovati davanti ad uno sfiziosissimo registro
delicatamente pepato che ha che fare con il suo dna stilistico al
di là dell'uso dei legni, non sempre calibratissimi in regione,
anche se siamo lontani dai vini iperconcentrati e tostati di
qualche ano fa" precisano i critici della guida, evidenziando che
la Tintilia "è un jolly, che può regalare grandi soddisfazioni
anche in rosa, per vini complessi e gastronomici. Altro ruolo
importante - concludono - spetta all'Aglianico, mentre sul fronte
si registrano dei passi indietro rispetto agli ultimi anni, a
causa anche di vendemmie non facilissime: l'ultima e la
penultima".