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Doveva essere la fine e invece non è ancora stata scritta. Per Giuseppe Di Martino (nella foto), il 49enne di Silvi che tra il 13 e il 14 giugno del 2019 al culmine di una violenta lite scoppiata in casa ha ucciso il padre 73enne Giovanni, strozzandolo, ci dovrà essere un nuovo giudizio davanti alla Corte d'assise d'Appello di Perugia per rideterminare la pena al ribasso per il mancato accoglimento delle attenuanti generiche. Lo hanno deciso, ieri, i giudici della Prima sezione penale della Cassazione che hanno dichiarato fondato il ricorso del difensore di Di Martino, l'avvocato Marco Pierdonati, contro la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila, limitatamente, però, al trattamento sanzionatorio.

In Appello, lo scorso marzo, Di Martino aveva già visto ridurre la sua pena da 25 a 21 anni per l'accusa di omicidio volontario aggravato, con la difesa che ha sempre continuato a puntare sull'omicidio preterintenzionale.

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