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Stavo facendo colazione al Mcdonald’s, con un generoso latte macchiato e un piacevolissimo muffin al cioccolato, quando lo sguardo m’è scivolato sul parcheggio dove, con una sicura manovra, aveva appena parcheggiato un’elegante berlina.
Macchinone da listino a sei cifre.
Un attimo dopo, ho riconosciuto nel proprietario il volto di un noto avvocato teramano, e il borsone che aveva appena preso dal sedile posteriore era carico degli impegni processuali del mattino. Pensando che stesse per venire a fare colazione, mi preparavo a salutarlo e a chiedergli, magari, se tra le sue cause avesse qualche notizia pubblicabile, ma non è entrato.
Chiusa la macchina, se ne è andato lentamente a piedi verso il Tribunale.
Un attimo dopo, altre due auto, con altri avvocati, seguivano lo stesso rituale: parcheggio e via… verso il Tribunale. Neanche il tempo di stupirmi, che arriva un’utilitaria, con due giovani donne a bordo, che so essere impiegate in uffici del Centro Storico. 
Stessa prassi, parcheggio e via… fregandosene bellamente del fatto che quello è, solo ed esclusivamente, il parcheggio del Mcdonald’s, e che è gratuito solo per chi, ovviamente, lo usa per poi entrare nei locali del fast food.
Non è il parcheggio riservato ai furbi che vogliono evitare le strisce blu della Easyhelp.
Sia chiaro: sono il primo a considerare le strisce blu teramane una vera iattura, tanto che prima di pagare un parcheggio le provo tutte per trovare un posto libero gratuito, ma di qui ad approfittarsi dei parcheggi di un’attività commerciale, che paga l’affitto per quegli spazi, ce ne corre.
Un po’ mortificato, da teramano, per l’arroganza maleducata dei miei concittadini, avvocati col macchinone o impiegate che siano, chiedo ad uno dei ragazzi del “mac” se succeda spesso. Se, cioè, quella che ho osservato sia solo la scelta di pochi o se, al contrario, sia l’abitudine di molti.
La risposta del ragazzo è sconcertante: «Succede spesso, molto spesso… e non solo, quando proviamo a spiegare che quello il parcheggio dei clienti, succede di tutto…». In quel “di tutto”, c’è il bignami del teramano cafone, il catalogo del maleducato arrogante che si approfitta dell’altrui educazione. Si va da quello che risponde: «…fammi la multa» a quello che provoca con un «…chiama il carrattrezzi e falla caricà», da chi oppone un disinteressato silenzio, come se il ragazzo che segnala il problema fosse invisibile a quello che sfodera il più classico «…me ne vado tra cinque minuti…».
Il florilegio completo dell’abuso fatto regola, della maleducazione fatta stile di vita, della furbizia elevata e valore, del cafone all’ombra della grande M.



ADAMO