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Si è dimessa, o meglio: ha rimesso nelle mani del parroco il suo incarico di coordinatrice interparrocchiale della Caritas di Atri, la signora Anna Maria Di Palma, protagonista di quello che abbiamo definito “Scandalo elettorale”, testimoniato dall’audio (ASCOLTALO QUI) nel quale la stessa signora invita un assistito della Caritas a votare per un’altra volontaria dell’associazione, la candidata di Alleanza Civica Antonella Innamorati, e anche a sostenere l’altro candidato Giammarco Marcone, sempre di Alleanza Civica.
A tre giorni dalle prime rivelazioni del fatto, e a ventiquattro ore dalla pubblicazione dell’audio che rivela tutti i dettagli della richiesta di sostegno elettorale, è la stessa signora Di Palma a prendere carta e penna per inviare a noi, al Vescovo e alla Caritas provinciale, una sua nota sugli eventi che l’hanno coinvolta.

Ecco la nota.

In merito agli articoli pubblicati sulla vostra testata giornalistica e che hanno tirato direttamente in ballo la mia persona, mi preme precisare che ho agito e parlato sempre a titolo personale e non come coordinatrice della Caritas interparrocchiale di Atri.
Come ho avuto modo di spiegare alla persona che si rivolgeva a me per uno sfogo ed una richiesta di aiuto (per aver perso il posto di lavoro) la Caritas è a-politica e a-partitica. Ritengo, con profondo rammarico, che le mie parole siano state mal interpretate.
Nella telefonata (per altro fatta con un cellulare personale e non con quello che solitamente utilizziamo come Caritas) mi sono limitata a consigliare una persona in difficoltà, in un'ottica di fraterna condivisione del disagio e con il solo intento di poter essere d'aiuto in qualche modo.
Evidentemente qualcuno ha mal interpretato le mie parole ed intenzioni, strumentalizzando il tutto.
Mi preme ribadire che nulla è stato fatto per nome e per conto della Caritas. Proprio per questo motivo, per evitare qualsiasi ulteriore strumentalizzazione politica ed elettorale che possa nuocere all'immagine della Caritas, ho rimesso nelle mani di don Pierpaolo Matteucci il mio servizio di coordinatrice interparrocchiale.

Anna Maria Di Palma


Risponde Antonio D'Amore


Pur comprendendo, umanamente, il disagio della signora Di Palma, la sua tardiva nota è purtroppo inaccettabile.
Lo è nelle premesse, quando dice «…ho agito e parlato sempre a titolo personale e non come coordinatrice della Caritas interparrocchiale di Atri…» perché in quella telefonata si rivolge ad un assistito della Caritas, invitandolo a diffondere il “suggerimento” elettorale anche ad altri assistiti, utilizzando una rete di conoscenze che non appartiene alla sfera personale, ma a quella del suo ruolo pubblico.
E non solo, perché a smentire la sostenuta azione “a titolo personale”, c’è il più triste tra i passaggi di quell’audio, il momento finale, quello nel quale la direttrice della Caritas riferisce ad un assistito, al quale ha appena affidato una richiesta di voto, e al quale era stata negata una bottiglia d’olio, che sarebbe andata in sede perché «…se c’è qualcosa te lo metto da parte…».

Nessuno, “a titolo personale” può offrire beni della Caritas.
Lo fa la direttrice, nell'esercizio delle sue funzioni.

La nota della signora Di Palma, poi, diventa paradossale quando scrive: «…mi sono limitata a consigliare una persona in difficoltà, in un'ottica di fraterna condivisione del disagio e con il solo intento di poter essere d'aiuto in qualche modo…»

Quindi, “consigliare una persona in difficoltà” significa chiedere un voto? 

E “…l'ottica di fraterna condivisione del disagio…” significa dire a chi manifesta quel disagio «…Antonella ha visto le malefatte dell’amministrazione»?

E il “…solo intento di poter essere d'aiuto in qualche modo…” sarebbe «…ti mando la foto di Antonella…»?

Purtroppo no, signora Di Palma, nessuno ha “mal interpretato parole ed intenzioni, strumentalizzando il tutto”, perché non c’era niente da interpretare.

Era tutto molto chiaro.

Purtroppo.
Apprezzo, comunque, la sua scelta di dimettersi, ma continuo a considerare assordante il silenzio della candidata Innamorati e del consigliere Marcone.
Due tra i sei firmatari del ricorso al Consiglio di Stato, che ha poi portato all'annullamento delle elezioni.
Due paladini della legalità.
Possibile che non abbiano nulla da dire?

Adamo