Padre Kiran torna a Teramo. La clamorosa contestazione in chiesa (QUI IL VIDEO) ha avuto l’effetto sperato: il rettore del convento di San Domenico al quale, su richiesta del vescovo di Teramo, monsignor Leuzzi, è stato impedito il rientro in Italia dall’India, da gennaio ad oggi, in virtù del fatto che avesse creato, come scrisse il segretario del vescovo: “una fondazione per la quale raccoglie fondi senza l'autorizzazione dell'Ordinario e nemmeno della vostra Congregazione”, potrà finalmente tornare a Teramo.
E rispondere delle eventuali accuse che gli verranno mosse, sempre che gli vengano mosse perché, allo stato attuale, a parte qualche illazione e tante, troppe voci, di ufficiale non c’è nulla. Nella richiesta di non farlo rientrare in Italia, infatti, la Curia di Teramo accenna ad una “…questione è molto delicata in quanto comporta conseguenze sia legali che fiscali”, ma a padre Kiran, formalmente, nessuno ha contestato nulla.
Gli è stato solo impedito di tornare in Italia, nel suo convento… non ha avuto neanche la possibilità di rientrare in possesso del suo computer e dei suoi effetti personali. Una condanna di fatto, senza processo.
Una rimozione, senza possibilità di difesa, con metodi da inquisizione medievale, accompagnati da una campagna di “voci” anche pesantemente diffamatorie, su donazioni, anche sostanziose, scomparse.
Padre Kiran è convinto di avere una risposta per ogni possibile dubbio, che possa essere sollevato sul suo operato, così come sono sicuri i fedeli teramani che sono rimasti vicinissimi al padre allontanato e che, da mesi, si battono perché possa avere la possibilità di difendersi.
Adesso, lo farà.
È stato padre Balaji Boyalla, potente rettore della Regione indiana “Gloria Dei” dei Pallottini, lo stesso che gli aveva negato il rientro in Italia, a chiamare padre Kiran ieri sera e ad ordinargli l’immediato ritorno a Teramo, in convento a San Domenico, per sistemare tutta la questione.
E per rispondere alla accuse.
Sempre che esistano delle vere accuse….