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KiranfrateNon è vero che le vie del Signore sono infinite, quelle di padre Kiran, ex rettore del Convento di San Domenico… non portano a Teramo.
Teramo è “vietata” per Padre Kiran.
Quando, ormai, dopo la clamorosa contestazione in chiesa (QUI IL VIDEO) sembrava deciso - anzi: era stato annunciato - che il religioso potesse tornare in città, per rispondere delle accuse che gli sono state mosse, è arrivata l’improvviso stop.

« La tua partenza creerà più problemi nella Diocesi, io e i membri della nostra Regione Gloria Dei vogliamo avere un rapporto buono e amichevole con la Diocesi».
Così scrive Padre Balaji Boyalla, potentissimo Rettore della Regione religiosa “Gloria Dei” dell’ordine dei pallottini, in India, superiore diretto di Padre Kiran.

Non vuole che Kiran rientri a Teramo, dove dovrebbe riprendere le sue cose, recuperare la sua auto (sequestrata per assicurazione scaduta, mentre era “costretto” a restare in India), e restituire 40mila euro ad una fedele, che li aveva donati per una fondazione religiosa e poi ha deciso di richiederli.
Ricordiamo i fatti.

Padre Kiran era il rettore del Convento teramano di San Domenico, a porta Romana, nonché parroco in alcuni paesi della Diocesi.

A dicembre del 2023, parte per l’India, per un periodo di vacanza e per andare a trovare la sua famiglia, ha già prenotato il volo di ritorno per il 29 gennaio.

Su quell’aereo, però, non salirà mai, perché il 23 gennaio don Emilio Bettini, segretario speciale del vescovo di Teramo Lorenzo Leuzzi, scrive a padre Balaji Boyalla, potente rettore della Regione indiana “Gloria Dei” dei Pallottini: «Reverendissimo Padre, come concordato telefonicamente, a nome di Sua Eccellenza Lorenzo Leuzzi, Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri, Le invio il fascicolo riguardante la Fondazione eretta privatamente dal Padre Kiran. e per la quale il sacerdote raccoglie fondi senza l'autorizzazione dell'Ordinario e nemmeno della vostra Congregazione. La situazione è molto delicata e richiede un intervento tempestivo. Poiché p. Kiran si trova ancora in India, il Vescovo ritiene necessario che il sacerdote rimanga in India per un periodo congruo (almeno sei mesi) per chiarire. La questione, infatti, è molto delicata in quanto comporta conseguenze sia legali che fiscali».

La richiesta è chiarissima: Kiran non deve rientrare, per almeno sei mesi.

E così sarà: Padre Balaji Boyalla ordina a Kiran di restare in India.

Intanto, in Italia, succede di tutto.
Ad un collaboratore di Kiran viene negato l’accesso alla stanza del convento, nella quale ci sono ancora il computer e gli effetti personali del religioso.
Si comincia a parlare di denunce, di soldi raccolti e gestiti senza controllo, di una fondazione creata dallo stesso Kiran, alla quale sono arrivate donazioni importanti, tra le quali quella da 40mila euro di una donna teramana, che però quando sente le accuse al sacerdote, ne chiede la restituzione e lo denuncia per truffa.

Kiran, all’improvviso, diventa il “cattivo”… ma senza possibilità di dire la sua, di difendersi e di discolparsi.
Dall’India assicura che, al suo rientro, non appena potrà andare in banca, restituirà i 40mila euro alla signora, ma non lo fanno tornare e, intanto, gli sequestrano l’auto, parcheggiata in strada, perché l’assicurazione è scaduta.

Passano i mesi.

Passano i sei mesi “chiesti” dal vescovo di Teramo, ma… quando ormai pensava di poter rientrare, ecco il colpo di scena.

Il 19 luglio, dopo una messa pomeridiana come tante altre, il Vicario della Curia vascovile di Teramo, cioè il vice di Leuzzi, don Christian, presenta a San Domenico il nuovo Rettore, Padre Jojappa Chinna Bathini.

All’improvviso, scoppia la contestazione, tutta documentata da certastampa in QUESTO VIDEO ESCLUSIVO.
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Nei giorni successivi, quando si scopre che - a differenza di quello che sostiene in intervista il vicario - la Curia teramana è assolutamente partecipe della vicenda, le cose sembrano prendere un corso diverso: padre Balaji Boyalla convoca padre Kiran e gli annuncia che potrà tornare in Italia per sistemare tutto e difendersi dalle accuse.

Invece… tutto cambia di nuovo e padre Kiran anche questa volta non salirà sull’aereo per l’Italia.

Sarà lo stesso padre Balaji Boyalla a comunicarglielo, con una mail che recita: «……Sembra che la situazione sia molto brutta, in questo momento, non è bene che tu vada a Teramo - Atri. Quindi non voglio davvero che tu vada ORA. La tua partenza creerà più problemi nella Diocesi, io e i membri della nostra Regione Gloria Dei vogliamo avere un rapporto buono e amichevole con la Diocesi..».
Quindi, la necessità di avere un “rapporto buono e amichevole” con la Diocesi, è più importante del garantire il diritto di difesa ad una persona, accusata e denunciata, anzi: di fatto condannata senza processo?
Non stiamo sostenendo che Kiran sia innocente… non lo sappiamo, e non sappiamo se e quanto quelle accuse siano fondate, nessuno può saperlo allo stato attuale… ma sappiamo che a nessuno può essere negato il diritto di difendersi.

Nemmeno in nome di Dio.
«… dopo 6 mesi, ti ho dato il permesso di andare a sistemare le cose come, pagare 40.000 euro alla signorina XXXXX, chiudere i conti e lasciare la stanza, consegnare l'auto. Ma vista la situazione, ti sto ordinando di non andare in Italia.…»
Niente, Kiran non può rientrare. 

Così, stamattina ha inviato una lunga lettera a padre Balaji Boyalla, che si intitola “Siamo tutti in errore”, in un passaggio della quale si legge: «Come volete mantenere un rapporto buono e amichevole con la Diocesi di Teramo? Quei fedeli, quei giornalisti, quel giorno, hanno reso evidente la calunnia, la menzogna, il gioco, la decisione di voi padri Pallottini di sostenere queste considerazioni, queste decisioni. Nel nome di “un buon rapporto e amichevole con la Diocesi di Teramo” cosa si nasconde? Un buon rapporto e amichevole è nel rispetto enella educazione vicendevole, nella compostezza, nell’avere un cuore nobile e coraggioso, una condotta retta, seppure claudicante, e una devozione assoluta nei riguardi di Gesù Cristo, nostro Signore... come  possiamo correggerci se non ci aiutiamo vicendevolmente? Come possiamo sortire verso un buon risultato se decidiamo appoggiare chi non vuole assumersi una responsabilità? Potremo parlare di sudditanza, di sottomissione, di compromesso politico ma non di insegnamenti di Gesù messi in campo…»
Nel frattempo, in nome della verità, Padre Kiran ha deciso di non obbedire.
Di non accettare l’ennesma imposizione.

Senza avvertire i superiori, è tornato a Teramo, giusto il tempo di presentarsi dai Carabinieri per ritirare le notifiche a suo carico e di andare in banca per fare il bonifico “restitutivo” da 40mila euro, poi è ripartito.

Non è andato in convento.

In quella che era la “sua” casa.

Nella quale non può entrare… per non turbare il «…rapporto buono e amichevole con la Diocesi…», quella stessa Diocesi che, sempre in virtù di un rapporto “buono e amichevole”… ha chiesto che venisse condannato all’esilio.

Amen.

ANTONIO D'AMORE