Scrivevamo ieri (QUI) del Batman day. Delle dimenticanze teramane e di un teramano celebrato a Vicenza. Proprio per Batman. Quella di ieri, per Carmine Di Giandomenico, è stata una giornata trionfale, con l’abbraccio dei fan e una sorpresa… un teramano “espatriato”, che gli ha chiesto un “plus” sul disegno…. una maschera da sub. Non una maschera qualsiasi, ma “la” maschera di Lovelorn Man… il supereroe nostrano, che per Carmine (e per molti altri) segnó un momento di vita e l’inizio del viaggio. Perché in fondo, anche Bruce Wayne lo sa che, se incontrasse Lovelorn… per lui sarebbe durissima…
Questa è la testimonianza del teramano di Vicenza, Leonardo Viglione:
Ieri a Vicenza, nel Batman Day, Carmine Di Giandomenico ha disegnato per dieci ore consecutive, dispensando aneddoti e sorrisi a chiunque sia transitato dalla porta del Mondo Virtuale di Cornedo Vicentino.
Lo ha fatto mentre una fiumana di volti, giunti da ogni dove, ha atteso in rigorosa civile fila di poter entrare e conoscerlo.
Perché ieri era il Batman Day, ma era soprattutto il giorno in cui ho visto occhi illuminarsi dinanzi all’opportunità di conoscere, finalmente, l’artefice della moderna epica di Bruce Wayne.
Ero l’unico teramano, anche se ufficialmente non lo sono più da qualche anno, e mi sono segretamente goduto la soddisfazione di osservare l’enorme plauso che Carmine ha ricevuto.
Carmine è stato accolto con quella sacra timorata devozione che da sempre si deve ai Maestri, ai quali si chiede, quasi sottovoce, di poter avere un frammento della loro arte da poter conservare a futura memoria dei propri posteri.
Io stesso ho atteso, senza avanzare privilegi di pregressa conoscenza, di essere l’ultimo ad avere tale opportunità.
Ho lasciato che, come si fa quando si hanno ospiti a pranzo, altri potessero provare ciò che io già so essere pregevole.
Così, tra uno sketch e l’altro, tutti rigorosamente immortalati dai gestori dell’evento, tra una foto ricordo e l’altra, la notte è scesa anche su Vicenza oltre che su Gotham.
Carmine mi ha sorriso e mi ha chiesto cosa volessi sull’albo.
Lì, lo ammetto, ho giocato il jolly.
“Hai la forza di disegnarmi una maschera da sub?”
Ho sentito il suo cuore tornare a quei giorni, trovare la forza di un ultimo capolavoro nella giornata, mentre nessuno dei presenti ha compreso quel breve scambio di teramanità.
Al termine della foto ricordo mi ha abbracciato.
Perché ieri, a cinquecento chilometri da una città che non sa riconoscere i propri talenti, c’era qualcuno della sua Teramo".