Seduttrici fatali o demoni della morte, il loro canto è sospeso tra mito e leggenda, il volto più recente è un sogno d'amore: sono le "fanciulle del mare" metà donna e metà pesce, icone tramandate nella storia. "Marinae Puellae - Metamorfosi delle antiche sirene nella tradizione artistica e culturale tra Medioevo e prima età moderna" è il tema della giornata di studi organizzata dal professor Claudio Castelletti, docente dell'Università di Roma Tor Vergata e dalla Fondazione Genti d'Abruzzo. Un evento scientifico di grande importanza che si svilupperà nell'intera giornata di lunedì 4 novembre, a partire dalle 10 nell'auditorium Petruzzi, in via delle Caserme 60, a Pescara. Un viaggio attraverso l'evoluzione che queste figure mitologiche hanno attraversato nel tempo e nella storia. E declinato nelle diverse culture. La descrizione suggestiva del "Liber monstrorum de diversis generibus" ne storicizza il fascino e il mistero: "Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto e allettando col canto; e dal capo fino all’ombelico hanno corpo di vergine e sono in tutto simili alla specie umana; ma hanno squamose code di pesce che celano sempre nei gorghi". Sono numerose le visioni che accompagnano l'iconografia e il simbolismo di figure che hanno caratterizzato con il loro fascino l'arte e la letteratura di diverse epoche: nella giornata di studi saranno valorizzati alcuni dei tanti aspetti della sirena antica ereditati o trasformati dalla civiltà medievale, rinascimentale e barocca.
"Nel corso dei secoli postantichi, le sirene – spesso confuse con arpie, lamie e melusine – subiscono continue e spesso contraddittorie trasformazioni - si legge nelle note di presentazione della giornata di studi -assumendo così innumerevoli facies, espressioni proteiformi della loro intrinseca dualità e fluidità: mostri dell’aria o dell’acqua, demoni della morte, sapienti spiriti musicali, seduttrici fatali, incarnazioni dei vizi e delle tentazioni del mondo (lussuria, inganno, vanità, eresia, ecc.), figure materne della fecondità o perfino della salvezza".
Un evento che si collega a doppio filo alla sezione del Museo dedicata alle Genti di mare e inaugurata un anno fa. "L'approfondimento scientifico sul tema delle sirene - sottolinea la direttrice della Fondazione Genti d'Abruzzo, Letizia Lizza - si accosta con grande originalità al lavoro che abbiamo fatto sulle tradizioni marinare. Si tratta di un evento di grande valore culturale oltre che di gran fascino. Gli interventi indagheranno su alcuni degli aspetti particolari di queste figure che hanno caratterizzato l'arte, la storia e il mito: per le genti di mare le sirene restano un simbolo controverso, eppure sempre in qualche modo amato. Pescara, con le sue tante anime, potrebbe essere la sede naturale per la realizzazione di una serie di eventi proprio a partire da questa giornata di studi".
"Il lavoro che la Fondazione Genti d'Abruzzo ha attuato nel corso degli ultimi anni sul territorio - afferma il presidente Emilio Della Cagna - si arricchisce di un ulteriore, prezioso tassello. La strategia di promozione culturale che abbiamo concretizzato ha interessato prevalentemente scuole e famiglie, proprio per creare un tessuto di partecipazione consapevole. Ma non abbiamo mai trascurato i grandi eventi, siano stati mostre o convegni, che hanno reso riconoscibile la città sul territorio regionale e nazionale con una promozione di immagine nuova e spesso anche originale. Questa giornata di studi si inserisce, con grande autorevolezza, in questo contesto".
I relatori nel programma della giornata di studi saranno: Carmelo Occhipinti (Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Ilaria Sforza (Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Simona Moretti (Università IULM, Milano), Andrea Castiglioni (名古屋市立大学 – Nagoya City University), Stefania Macioce (Sapienza Università di Roma), Claudio Castelletti (Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Linda Borean (Università degli Studi di Udine), Maria Giulia Aurigemma (Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti-Pescara), Maria Grazia Bernardini (Storica dell’arte), Cristina Galassi (Università degli Studi di Perugia), Dinko Fabris (Università della Basilicata, Potenza-Matera, Silvia Volterrani (Ricercatrice indipendente).