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TEAMAumenta del 5,5% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia abruzzese per la tariffa dei rifiuti: in media nel 2024 è di 352€ rispetto ai 334€ dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 309€ a Pescara, 377€ a Chieti, mentre a Teramo l’aumento è stato ben del 20%. A livello nazionale la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all'anno precedente. 

Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Anche in Abruzzo siamo ad un passo dallo stesso obiettivo: è del 64,5% il livello di raccolta differenziata, con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi, visto che si va dal 72,5% a Teramo ad appena il 41,4% all’Aquila.

Sono i dati che emergono dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile sul sito web www.cittadinanzattiva.it.  L'indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali. 

 

focus abruzzo

Regione

Comune

Tari 2024

Tari 2023

Variazione

Abruzzo

Chieti

377 €

373 €

+1,2%

L'Aquila

375 €

373 €

+0,5%

Pescara

309 €

299 €

+3,3%

Teramo

348 €

290 €

+20,0%

Media

352 €

334 €

+5,5%

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

 

Regione

Comune

Produzione pro-capite RU

RD 2022

Abruzzo

Chieti

511,6 ↑

68,7% ↓

L'Aquila

493,4 ↓

41,4% ↑

Pescara

525,7 ↑

46,9% ↑

Teramo

412,9 ↓

72,5% ↑

Media

454,7 ↓

64,5% =

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

 

Il quadro nazionale su tariffe e raccolta differenziata

Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di €329 con un aumento del 2,6% circa rispetto all'anno precedente. Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203€), mentre la Puglia è la più costosa (426,50€ con un aumento di oltre il 4% rispetto all'anno precedente)

Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594€ annui, senza variazioni sul 2023; Trentoinvece è quello in cui si paga meno: 183€, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.

Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.

 

Regione

Tari 2024

Tari 2023

Variazione %

Raccolta differenziata

2022

Abruzzo

352 €

334 €

5,5%

64,5% =

Basilicata

318 €

299 €

6,3%

63,7% ↑

Calabria

348 €

360 €

-3,1%

54,6% ↑

Campania

407 €

416 €

-2,1%

55,6% ↑

Emilia Romagna

273 €

268 €

2,0%

74,0% ↑

Friuli Venezia Giulia

269 €

259 €

3,8%

67,5% ↓

Lazio

376 €

360 €

4,3%

54,5% ↑

Liguria

353 €

349 €

1,0%

57,5% ↑

Lombardia

254 €

249 €

2,0%

73,2% ↑

Marche

265 €

250 €

5,7%

72,0% ↑

Molise

254 €

252 €

0,9%

58,4% ↓

Piemonte

308 €

297 €

3,6%

67,0% ↑

Puglia

427 €

410 €

4,1%

58,6% ↑

Sardegna

363 €

347 €

4,6%

75,9% ↑

Sicilia

390 €

396 €

-1,4%

51,5% ↑

Toscana

373 €

360 €

3,8%

65,6% ↑

Trentino Alto Adige

203 €

196 €

3,6%

74,7% ↑

Umbria

371 €

352 €

5,5%

67,9% ↑

Valle d'Aosta

365 €

303 €

20,3%

66,1% ↑

Veneto

275 €

262 €

5,2%

76,2% =

Italia

329 €

321 €

2,6%

65,2% ↑

Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2024

 

Raccolta differenziata. Secondo i dati raccolti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.).

La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%). A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%).  In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell'obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.

Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse riguardano i RAEE (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).

 

Opinioni e comportamenti delle famiglie italiane in tema di corretto conferimento dei rifiuti 

I dati provengono dalla ricerca "Economia circolare e consumi sostenibili. Comportamenti delle famiglie, criticità ed efficacia della risposta pubblica", realizzata e presentata da EURES Ricerche Economiche e Sociali nel mese di aprile 2024 per conto di Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, U.Di.Con e Unione Nazionale Consumatori (UNC), nell’ambito dei progetti finanziati dal MIMIT. D.M. 6/5/2022, art.5.

Impegno dichiarato vs. pratica effettiva: Il fatto che l'85% delle famiglie si dichiari sensibile al ciclo dei rifiuti e l'89,5% affermi di impegnarsi nel differenziare i rifiuti è sicuramente positivo e riflette una crescente consapevolezza ambientale. Tuttavia, la discrepanza tra l’impegno dichiarato e la pratica effettiva (solo il 61% dei rifiuti viene differenziato correttamente) è un segnale che ci sono delle difficoltà nel portare nella quotidianità quanto promesso. Questo gap può essere attribuito a una serie di ostacoli pratici. 

Principali difficoltà e barriere: Le difficoltà principali sembrano derivare dalla scarsa chiarezza sulla composizione dei materiali di imballaggio (55,7%), un problema che rende complicata la corretta separazione dei rifiuti. La gestione inadeguata del servizio (52,4%) è un altro fattore che frena l’adozione di pratiche più sostenibili, così come l'assenza di incentivi (47,2%) e la difficoltà nel reperire informazioni o nel gestire il tempo necessario per la differenziazione (42,1%), nonché la mancanza di spazi adeguati nelle abitazioni (35,4%) per gestire correttamente i vari tipi di rifiuti.

Comportamenti di consumo e rifiuti: Solo il 51,4% delle famiglie è orientato ad acquistare prodotti sfusi per ridurre gli imballaggi, mentre circa il 36% trova difficoltà nel recupero e nel riutilizzo dei prodotti, e il 30% ha problemi nel ridurre la quantità di rifiuti prodotti. 

Misure di incentivazione: Le soluzioni proposte dalle famiglie per migliorare la situazione sono interessanti. Un’incentivazione economica tramite vantaggi in bolletta (62,4%) sembra essere la misura più apprezzata, seguita da campagne di sensibilizzazione (40%). 

Conoscenza del servizio: Il dato relativo alla scarsa lettura e conoscenza della carta della qualità del servizio da parte dei cittadini è indicativo di una carenza di trasparenza nella gestione del servizio e di una possibile disconnessione tra i cittadini e le politiche locali sui rifiuti. Migliorare la comunicazione e rendere più accessibili le informazioni potrebbero aumentare la partecipazione attiva e l'efficacia del sistema di raccolta differenziata.