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gransassoDomani, 11 dicembre, alle ore 15,30, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma, si terrà l'evento celebrativo della XXI Giornata Internazionale della Montagna. Anche Uncem è ospite dell'iniziativa promossa dal Ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli, con il Dipatimento e la Direzione generale della Presidenza del Consiglio che si occupa di Politiche per la montagna. L'iniziativa anticipa di due giorni l'incontro sui territori, promosso quest'anno dal Ministro a Frabosa Sottana e Frabosa Soprana, il 13 e il 14 dicembre. A Roma ci saranno anche i due Sindaci, Adriano Bertolino e Iole Caramello. All'evento di Roma interverrà il Presidente Uncem, Marco Bussone. 

"La Giornata Internazionale della Montagna promossa dalla FAO e dalle Nazioni Unite ci vede da anni esprimere una urgenza, ovvero la necessità di relazioni, dialogo, unità nell'impegno per le montagne, chi le vive e chi vi opera per la  - evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem - In primis tra Comuni, di una valle, di un territorio, di una area omogenea alpina e appenninica. Andiamo oltre i campanili e i municipalismi ancora troppo presenti, steccati che ci dividono. Scegliamo invece il molto che ci unisce. Così con le montagne europee, lavorando tra Stati, in primis i sette Paesi alpini, nelle reti territoriali che già abbiamo e che dobbiamo potenziare. Relazioni a livello di montagne del mondo, dove combattere sperequazioni e disuguaglianze, come siamo impegnati a fare, parte della Mountain Partnership della FAO".

"Ci sono poi relazioni forti nei territori, che vogliamo costruire - prosegue Bussone - quelle tra Sindaci e Amministratori con le imprese, le associazioni, le intere comunità. La montagna non come luogo del margine ma al centro di nuove proposte e opportunità, di neopopolamento e nuovi percorsi di sviluppo inclusivi. Affrontiamo le crisi climatica e demografica con risposte prova di futuro. Non siamo alla ricerca di assistenzialismo, bensì impegnati a dire che i beni pubblici dei territori sono al centro di nuove economie circolari, di comunità generative e costruttrici di interventi che generano fiducia e coesione, anche tra zone montane e aree urbane