Cantiere aperto, doveva e voleva essere quello della rinascita del Teatro Romano di Teramo, e cantiere aperto è... Oggi, accompagnati dalla Soprintendenza e dal Sindaco, abbiamo visitato il cantiere
Questo lo stato dei lavori:
Con lo scavo e la rimozione dei Palazzi Adamoli-Salvoni si è potuta constatare la totale sovrapposizione delle strutture moderne al monumento antico, fino alla quota di circa -4 m dall'attuale piano stradale. Questa sovrapposizione ha ovviamente reso difficoltoso individuare eventuali fasi medievali, o comunque successive all'epoca romana. Alcune labili tracce di frequentazione sono state rinvenute sui livelli di crollo e di abbandono del teatro romano, indiziando chiaramente la presenza di attività successive all'utilizzo dell'edificio da spettacolo.
Tra l'acciottolato moderno, ultimo residuo delle demolizioni avvenute nell'ambito del progetto di risanamento di Santa Maria a Bitetto, ed il terrapieno della cavea, è stata riportata in luce una struttura, in laterizi e malta, utilizzata come sepoltura di circa 14 individui, databile a partire dal XVI/XVII secolo, con ogni probabilità legata alla presenza della chiesa di San Bartolomeo.
Durante le fasi di scavo sono stati individuati alcuni degli elementi lapidei pertinenti alla cavea del teatro (blocchi, lastre e gradini), non più nella loro posizione originaria, ed altri riutilizzati nelle fondazioni dei palazzi abbattuti.
L'indagine archeologica, allo stato attuale, si è attestata sui livelli di crollo e di abbandono dell'edificio romano ed ha consentito di verificare la presenza di un terrapieno di sostegno delle gradinate della parte più bassa (ima cavea), costituito da un riempimento artificiale composto da materiale sabbioso regolarizzato a piccoli filari di blocchetti di calcare, superficialmente compattati da malta. Questa realizzazione era fondamentale per la stabilità del monumento e funzionale all'alloggiamento graduale e scalare delle lastre che componevano la gradinata della cavea.
L'orchestra, la porzione del teatro di forma circolare posta fra la cavea e il palcoscenico, ha un diametro di circa 25 m, calcolabile dall'aditus maximus (ingresso all'orchestra) orientale a quello occidentale. Quest'ultimo, non visibile in precedenza per la presenza dei palazzi, è intuibile dalle lastre e da alcuni blocchi angolari individuati durante le indagini archeologiche nel settore nord-occidentale e di cui bisogna completare lo scavo. È stato inoltre riportato in luce, nella zona lastricata ai piedi dell'ima cavea, l'incavo su cui si impostava il balteus, cioè il muro costituito da lastre posizionate verticalmente e che circondava il fondo dell'orchestra e lo separava dalla cavea.
Al di sotto della zona lastricata è stata rintracciata la condotta anulare utilizzata per il deflusso delle acque, di cui si conserva anche una lastra di tombino in marmo.
Uno dei rinvenimenti inaspettati è sicuramente la proedria, un'area, prevista solitamente nei teatri greci, ma attestata anche in quelli romani, dove trovavano posto i sedili dedicati esclusivamente ai senatori, magistrati e alte cariche cittadine; questa zona riservata è posizionata lungo l'arco più ampio dell'orchestra, subito al di sotto della cavea ed è delimitata dal balteus.
Audioguide e allestimento di cantiere per conoscere il monumento
L'allestimento del cantiere è parte integrante di un progetto di comunicazione che pone tra i suoi obiettivi la riscoperta del Teatro romano di Teramo e la condivisione dell'andamento delle attività di valorizzazione e rifunzionalizzazione del monumento alla cittadinanza e ai turisti. Un percorso di narrazione identitaria li rende partecipi attraverso delle audioguide finalizzate a raccontare la storia del monumento e le sue evoluzioni nel tempo. Questo permette di creare maggior consapevolezza su ciò che rappresenta il Teatro romano per il territorio teramano e sull'importanza dell'azione di rifunzionalizzazione in corso.