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ANNO NUOVO
 - Ciao, amico mio, ti chiamo così, anche se non siamo propriamente amici.
ANNO VECCHIO
 - Vero, amici non siamo davvero. Sono stato costretto a cederti il mio posto. E non l’ho fatto volentieri.
ANNO NUOVO
 - Anche tu, quando arrivasti, costringesti qualcuno a cederti il suo.
ANNO VECCHIO
 - E tu sarai costretto a cedere il tuo, quando arriverà…
ANNO NUOVO
 - Per ora non voglio pensarci… Questo giorno è il mio tempo e me lo voglio godere, pienamente. Io a Teramorappresento il nuovo, tu il vecchio. Perché hai voluto indugiare ed aspettare il mio arrivo? Che cosa avevi di tanto importante da dirmi?
ANNO VECCHIO
 - Volevo pregarti di conservare a Teramo qualcosa di mio… nel segno della continuità.
ANNO NUOVO
 - Preghiera respinta. Tu rappresenti per Teramo il passato, io il presente e nel presente quel che conta è l’attualità. Tu sei superato e con te tutto quello che tu rappresenti.
ANNO VECCHIO
 - Eppure quel che c’è in te ha in me le radici. E sono queste radici che hanno dato origine alle tue rigogliose fronde.
ANNO NUOVO
 - Retorica. In te non c’è nulla che  Teramo valga la pena di essere conservato. Viva il rinnovamento di Teramo!
ANNO VECCHIO
 - Vedi, anche per capire te e quello che sei e sarai tu a Teramo,tu occorre capire me e quello che sono stato io a Teramo.
ANNO NUOVO
 - Retorica. Il giornale del giorno prima è buono solo per incartarci il pesce. Le cose vecchie non sono più fruibili, né utili, nemmeno per interpretare e capire me. E non utili nemmeno a Teramo e ai teramani
ANNO VECCHIO
 - Neghi ogni debito che hai con me?
ANNO NUOVO
 – Io non ho alcun debito, né con te né con chi ti ha preceduto. E nessun debito Teramo ha con te. Io sono lucido, splendido, leggibile, tu sei oscuro, sbiadito e non più leggibile.Teramo e i teramani ti hanno già dimenticato
ANNO VECCHIO
 - Vedo che ti ho atteso vanamente. Mi avevano avvertito, mi avevano detto che tra noi non ci poteva essere dialogo.
ANNO NUOVO
 - E perché non hai tenuto conto dell’avvertimento? Perché non hai fatto come coloro che ti avevano preceduto, che  se ne sono andati senza aspettare che tu arrivassi?
ANNO VECCHIO
 - Parli dell’Anno Scorso e dell’Anno prima ancora?
ANNO NUOVO
 - Proprio di loro.
ANNO VECCHIO
 - Vedi che sei ignorante e non lo riconosci? Non sai che prima di me ognuno a Teramo ha aspettato quello che sarebbe arrivato dopo di lui, per trasmettergli…
ANNO NUOVO
 - A me non deve trasmettere niente nessuno. Hai fatto male a non partire da Teramo prima che arrivassi io. Non c’era alcun bisogno che ci incontrassimo… Non c’è alcun bisogno a Teramo di continuità tra chi parte e chi arriva. Quando non c’è l’incontro, è più facile che si affermino davvero il nuovo e il diverso, il rinnovamento.
ANNO VECCHIO
 - Ma tu davvero credi di essere tanto diverso da me? Davvero credi che a Teramo porterai un rinnovamento?
ANNO NUOVO
 - Certo che sono diverso… siamo completamente diversi. Come potremmo non esserlo? Io sono e tu non sei più. Per Teramo e per i teramani tu sei il vecchio, io sono il nuovo.
ANNO VECCHIO
 - Eppure siamo molto più simili, io e te, di quanto tu pensi e immagini. Chi ci confronterà ci troverà assai simili e quasi per nulla differenti. E Teramo anche con te resstera sempre la stessa, uguale. E così i teramani, sempre gli stessi, uguali.
ANNO NUOVO
 - Non bestemmiare. Tutto in me è cambiato rispetto a te e con me tutto a Teramo cambierà: il dire, il fare, il modo, il vestimento, il pensare, il sognare…
ANNO VECCHIO
Con te Teramo sognerà quel che sognava quando arrivai io e spererà di essere quello che sperava di essere quando arrivai io e non è stata. Nemmeno tu sarai quel che speri.
ANNO NUOVO
 - Tu pensa alle tue frustrazioni, che sono tante…
ANNO VECCHIO
 - E tu pensa alle tue illusioni, che sono pure tante, così come tante sono state le mie. E illuderai anche tu Teramo e i teramani come li ho illusi io.
ANNO NUOVO
 - Mi fai pena. Io riuscirò a dare a Teramo e ai teramani il rinnovamento che non sei riuscito a dare tu.
ANNO VECCHIO
 - Anche con me Teramo e i teramani hanno avuto la speranza, anzi la certezza, di un rinnovamento, e non l’hanno avuto. Si sono illusi, e questa illusione l’hanno vista svanire, e svanirà anche l’illusione che gli darai tu.
ANNO NUOVO
 - Io non mancherò l’obiettivo. Perché ho imparato anche dai tuoi errori, che saprò evitare. Con me Teramo e i teramani avranno il rinnovamento che non hanno avuto con te.
ANNO VECCHIO
 - Te lo auguro. Anche io mi sono illuso di aver imparato molto dagli errori di chi mi aveva preceduto. Ma ho dovuto poi constatare a mie spese che ero ignorante proprio come lui e che anche io ho illuso Teramo e i teramani, facendoli credere in un rinnovamento che non c’è stato.
ANNO NUOVO
 - A me non capiterà, stai certo. Ora, vai per la tua strada, se te ne è rimasto qualche tratto ancora da percorrere, prima di svanire nell’eterna ombra dell’oblio. Teramo mi aspetta per portarmi in trionfo.
ANNO VECCHIO
 - Vado. Ma ricorda. Anche tu muterai nome e un giorno da ANNO NUOVO che sei oggi diventerai un giorno ANNO VECCHIO.
ANNO NUOVO
 - Va’ via, uccello malaugurante. Sparisci. A Teramo non sarai rimpianto.

Proprio in quel momento, mentre i due separavano per sempre le loro strade, avviandosi verso direzioni opposte, si adunò una gran turba, si aprirono le cataratte del cielo e si vide in alto una folla di lugubri personaggi, ciascuno dei quali a gran voce enunciava il proprio nome: BUCHE NELLE STRADEDELFICO CHIUSOSAVINI CHIUSACASA DELLO SPORT ABBANDONATAMANICOMIO ABBANDONATOASSESSORI CHE NON CAPISCONO UN MAIALE CON GLI OCCHIALICITTA’ SENZA TEATROVECCHIO COMUNALE CON L’ERBACCIACORDOLI PER PISTE CICLISTICHEDEHORS SENZA CONTROLLORISSE IN PIAZZAVICOLI COME ORINATOIABBANDONO DEL CENTRO STORICO, CAVALLARI ALLA REGIONE, RAIOLA CON LE SUE RAIOLATE, DISONORE, AFFANNO, TRISTEZZA, TIMORE, IRA, DISPERAZIONE, GUERRA.
Davanti a tutti cavalcava un cavallo nero e spettrale un signore che diceva di chiamarsi 
TERAMO DIDOMANI, aveva sul petto impressa la figura del Liceo Delfico chiuso e con il portone sbarrato, e annunciava, con aria di minaccia, la perdita di ogni cosa, di tutto: della casa, degli averi, dei beni, della dignità, degli amici, dei parenti, dei fratelli, dei genitori, della città stessa, quanto più amata.
ELSO SIMONE SERPENTINI