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Nel dopoguerra l’ex podestà fascista tenente colonnello Umberto Adamoli fu uno dei principali uomini del teatro di prosa di Teramo, sia come autore che come organizzatore. Il suo nome è legato a molti eventi teatrali e a quelli di altri protagonisti, più o meno giovani della vita teatrale cittadina.
Giovedì 24 giugno1954 al Cine Teatro il Gruppo di Arte drammatica di Teramo rappresentò un'opera teatrale di carattere religioso del colonnello Umberto Adamoli, sulla vita di San Gabriele dell'Addolorata, “L'Angelo del Gran Sasso”. Il Santo era impersonato da Francesco Sardella, gli altri interpreti erano Pino Sardella, Lucia Caserta, Angiola Peisino, Angelo Bologna, Berardo Cavarocchi, Giorgio Fiore, Alberto Aiardi, Anna Maria De Santis. La regia era del rag. Di Giuseppe, la direzione tecnica dal maresciallo Angelo Vanini.
Negli ultimi giorni di dicembre 1955 si tenne il primo saggio degli allievi d'arte drammatica del Teatro Stabile Regionale "Libertas" si tenne al Teatro Comunale, gremitissimo,. Con la supervisione di Di Sante, Nepomuceno e Umberto Adamoli, furono rappresentate: I pini cantano, di autore giapponese ignoto (con interpreti Enza Spadano, Lucia Caserta, Valeriano Cecchini, Ruggero Gorgoglione, Gianni Pellegrini); l'ultima scena del terzo atto de “La Fiaccola sotto il moggio” di Gabriele D'Annunzio (con Rita Lanciaprima, Cetty Verticelli); la terza del quarto atto de “Gli eroi di Citelut” di Umberto Adamoli (con Lero Pechesi, Elios Bianco, Ruggero Gorgoglione, Giulio Forlini, Luigi Campagnari); una sintesi di “Piccola città” di Torton Wilder (con Enza Spadano, Nino Orliani, Elvano Alberico). Negli intermezzi,Tino Pellegrini recitò “La morte di Icaro”, dal quarto ditirambo dell'”Alcione”, e Pasquale Fabbri una riduzione de “L'onda” di Gabriele D'Annunzio. La regia era curata da Elvano Alberico e Tino Pellegrini.
Dopo un periodo di due anni successi e di rilancio, la compagnia del Piccolo Teatro Città di Teramo entrò nuovamente in crisi e si sciolse. In una prima fase, sotto la regia di Ennio Vetuschi e la direzione del colonnello Umberto Adamoli, aveva avuto grande successo, soprattutto con due lavori dello stesso colonnello Adamoli, “San Gabriele”, nel piccolo teatrino del paese del Santo e al Teatro Marrucino di Chieti, e “San Berardo”, nel teatrino della Chiesa di San Berardo e all'Apollo. Sopraggiunta una crisi successiva all'abbandono del colonnello Adamoli, la compagnia filodrammatica si era ricostituita sotto la guida della signora Peisino, con nuovi attori (Angelo Bologna, Paolo Lupi, Pino Sardelli, Vincenzo Cimini, Alberto Aiardi, Carla Tarquini, Magda De Merolis), nuovi dirigenti e nuovo repertorio.
La sera di giovedì 26 luglio 1956 al Comunale il Gruppo d'Arte Drammatica (GAD) del Teatro Stabile Regionale “Libertas” di Teramo, presieduto dal col. Umberto Adamoli, replicò commedia in tre atti: “La cucina degli angeli”, di Albert Husson, che tanto successo aveva riscosso al IX concorso nazionale di arte drammatica di Pesaro. Tutti gli interpreti, sotto la direzione artistica di Pasquale Fabbri e con la regia di Tino Pellegrini, diedero il meglio di sé: Ruggero Gorgoglione nella parte di Felice Ducotel, Rosa Bonolis in quella di Amelia Ducotel, Cetty Verticelli in quella di Isabella Ducotel, Ennio Vetuschi in quella di Giustino Trochard, Massimo D'Egidio in quella di Paolo Cassagnon, Nino Orliani (Alfredo), Elvano Alberico (Giulio), Tino Pellegrini (Giuseppe), Nerina Bartoli (sig.na Parole), Marcello Di Egidio (sottotenente), Nando Baiocchi (negro).

Tetriu
“Il Messaggero” il 2 aprile 1958 pubblicava un'intervista proprio con l'ing. Storto, che forniva alcune indicazioni sul progetto che sarebbe stato realizzato. Per una curiosa coincidenza, lo stesso giorno in cui il consiglio comunale di Teramo assunse la decisione di demolire il vecchio teatro comunale, “Il Tempo” dava la notizia della ricostituzione proprio a Teramo del Teatro Stabile Regionale, presieduto dal drammaturgo colonnello Umberto Adamoli, che riuniva un folto gruppo di appassionati del teatro di prosa capeggiato dal regista Gabriele Di Sante. Le prove teatrali venivano effettuate nella ex palestra della scuola “Noè Lucidi”, dove era stato allestito dal Comune un palcoscenico. Il gruppo di appassionati aveva anche organizzato scuole di recitazione e di dizione e una scuola di scenografia, curata dallo scenografo Pasquale Fabbri.
Il 29 marzo 1959 “Il Tempo” pubblico un articolo nel quale parlava degli appassionati del Piccolo Teatro Regionale che si davano appuntamento sul palcoscenico del teatrino della scuola "Noè Lucidi”, dove non soltanto si svolgevano le prove per la rappresentazione di alcune opere teatrali, ma erano un funzione dei corsi di dizione e di recitazione. Erano stati costituiti due gruppi, il primo stava preparando un’opera in tre atti del col. Umberto Adamoli “L’ombra che vince”. Anima del gruppo era il regista, Gabriele Di Sante, noto nell'ambiente teatrale non solo teramano, ma nazionale, per essere stato valente attore di rinomate compagnie.
Lunedì 18 maggio 1959 il consiglio comunale di Teramo approvò, con 23 consiglieri favorevoli e 2 contrari sui 25 presenti, la proposta di immediato abbattimento e di ricostruzione. Mentre si decideva di abbattere il Teatro Comunale, si organizzava la stagione lirica al Cinema Teatro “Apollo” e Teramo veniva esclusa dal “Festival della prosa”, si annunciava l'imminente debutto a Teramo del Piccolo Teatro Regionale, che avrebbe rappresentato sul teatrino della Scuola Elementare "Noè Lucidi" il dramma in tre atti di Umberto Adamoli “L'ombra che vince”, ambientata nel XVIII secolo, premiata nel Concorso Nazionale Gastaldi e pubblicata dallo stesso editore nel 1954. “Il Tempo” il 2 giugno 1959 pubblicava un articolo sul debutto, avvenuto con successo davanti a tutte le autorità. Prima della rappresentazione il presidente del Piccolo Teatro, colonnello Umberto Adamoli, aveva rivolto al pubblico presente l'invito a non giudicare troppo severamente gli interpreti, dei quali moltissimi erano debuttanti, ma, precisava il giornale, non era occorsa la
comprensione degli spettatori, perché lo spettacolo era stato ottimo. Dei quattro migliori protagonisti, ben tre erano debuttanti: Anna Farinelli, Adriana Pilotti e Alberto Mercuri. Si erano fatti apprezzare il regista Gabriele Di Sante, lo scenografo Stefano Rabuffo e il direttore artistico Enrico Nepomuceno. Era anche piaciuto l'arredamento scenico della Casa del Mobilio dei fratelli Di Crescenzio.
ELSO SIMONE SERPENTINI
(5 / fine)