In seguito alle recenti chiusure temporanee della fornitura di acqua potabile nel teramano, dovute a interventi di manutenzione al potabilizzatore, l’Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso, promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, desidera richiamare l'attenzione su una situazione sempre più critica e insostenibile.
Mancano ancora diversi mesi all’estate e già ci troviamo in debito di acqua. Continuare a perdere l’acqua del Gran Sasso in un quadro generale sempre più caratterizzato dal cambiamento climatico e dalla diminuzione delle precipitazioni, è una scelta assurda che non possiamo più permetterci. La messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso non è mai partita nonostante quasi otto anni di commissariamento. Questo ritardo è inaccettabile, soprattutto in un momento in cui le risorse idriche sono sempre più scarse e preziose. Continuare a non agire significa condannare il nostro territorio a una crisi idrica senza precedenti. Non possiamo permetterci di aspettare ancora: è necessario agire subito per garantire la protezione di questa risorsa vitale.
Comuni e stima della popolazione coinvolta
Sono circa venti i comuni della provincia di Teramo che stanno subendo interruzioni nella fornitura di acqua potabile. Si può stimare che oltre 200.000 cittadini siano coinvolti nelle interruzioni idriche. Questo dato evidenzia l’ampia portata del disagio che interesserà una parte significativa della popolazione provinciale.
Acqua del Gran Sasso a scarico
Mentre centinaia di litri di acqua al secondo continuano ad essere buttati via, i lavori per mettere in sicurezza l’acquifero del Gran Sasso non sono ancora neppure stati progettati. Una risorsa di qualità eccezionale è ancora a rischio e dal 2017 si continuano a mandare a scarico circa 80/100 litri al secondo perché non si è in grado di garantire l’impermeabilità dai Laboratori sotterranei dell’INFN.
Nel frattempo, si utilizzano costosissimi potabilizzatori e si cercano nuove sorgenti da prosciugare.
Questo spreco è un paradosso intollerabile.
Impoverimento delle sorgenti
Le sorgenti stanno mostrando segni di impoverimento. Le nevicate, anche in alta quota, non sono più quelle di dieci anni fa, con un conseguente impatto significativo sulla disponibilità di acqua.
Il potabilizzatore di Montorio al Vomano, un tempo utilizzato per far fronte alle crisi estive, è oggi essenziale per l'approvvigionamento idrico ordinario. Questo è un segnale preoccupante: anche in una regione ricca di acqua come l’Abruzzo, il futuro potrebbe riservare seri problemi di approvvigionamento.
Recupero delle acque di drenaggio
Il recupero delle acque di drenaggio della galleria che ospita il Laboratorio INFN è possibile solo con la messa in sicurezza dell’acquifero, ma francamente non si è ancora capito se questo è un obiettivo della struttura commissariale. Attualmente, queste acque, ancora oggetto di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria, sono portate a scarico. Si tratta di una risorsa preziosa che potrebbe essere utilizzata per integrare l'approvvigionamento idrico della zona, ma solo una volta garantita la sicurezza dell'acquifero.
Recupero delle acque dal canale di gronda ENEL
Un’altra risorsa che non può essere trascurata è l’acqua proveniente dal canale di gronda ENEL "Opera di presa Fontenera", in località Casale San Nicola di Isola del Gran Sasso.
A causa di fenomeni franosi che hanno danneggiato l’opera di presa, oltre 250 litri al secondo di acqua non vengono attualmente utilizzati. È necessario intervenire per ripristinare questa fonte e garantirne l'utilizzo.
Ridurre le perdite.
Secondo l’ISTA l’Abruzzo è la seconda peggiore regione italiana per quanto riguarda la dispersione idrica: il 62,5% dell’acqua potabile immessa in rete va persa (media nazionale 42,4%) e anche se la provincia Teramo è la più virtuosa le perdite comunque sfiorano il 30%.
Considerazioni finali
Oltre 200.000 cittadini stanno provando sulla loro pelle cosa vuol dire avere uno scarso accesso all’acqua, mentre centinaia di litri al secondo di acqua di alta qualità continuano ad andare a scarico. Il ritardo politico nel contrasto efficace al cambiamento climatico e per la messa in sicurezza dell’acquifero è inaccettabile e rischia di compromettere il futuro idrico del nostro territorio. Queste situazioni sono note a tutti e sono state più volte evidenziate anche durante le audizioni della Commissione regionale d’inchiesta sull’emergenza idrica nella passata consigliatura.