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PHOTO-2025-02-01-16-46-04.jpgUn bruttissimo colpo d’occhio. Sia per chi passa fuori, sia dentro al cimitero di Cartecchio. Per coloro che vanno nella zona nuova del camposanto, quella nella quale il terreno era stato riservato alle cappelle gentilizie, all’improvviso, in un prato, da novembre scorso, sono comparse le tombe “a terra”, le inumazioni più classiche e più semplici. Non suoni la nostra, per carità, come una critica per chi, per scelta o necessità, riposa nella nuda terra, ma se esisteva un piano regolatore del cimitero, con un’area destinata alle cappelle (peraltro con terreni venduti a 50mila euro), perché all’improvviso si stravolge tutto? 
Il problema, nasce dalla mancata programmazione tra estumulazione e nuove inumazioni. In una corretta gestione del ciclo cimiteriale, infatti, le inumazioni dopo un certo numero di anni vengono estumulate, per spostare i resti mortali negli ossari e liberare il terreno per nuove sepolture. E questo, evidentemente non succede. Nella vasta area del cimitero comunale, poi, esistono altri spazi da attrezzare per le inumazioni, con una più adeguata e rispettosa sistemazione, con una migliore organizzazioni delle lapidi e delle croci (alcune sono addirittura cadute), invece che attrezzare alla bell’e meglio un ritaglio di terra tra le cappelle. Una condizione che mortifica brutalmente la memoria dei poveri defunti.