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E’ stato il presidente dell’Ater, Alfredo Grotta, ad innescare la catena di eventi, e di indagini, che ha portato poi all’arresto dell’extracomunitario che aveva organizzato e guidato, a dicembre, la spedizione punitiva contro i ragazzi teramani, aggrediti e picchiati in piazza Martiri. Tutto comincia, infatti, con la circostanziata denuncia che lo stesso Grotta ha inviato al Colonnello Saccone, comandante provinciale dei Carabinieri, il 30 gennaio. 
«Avevamo rilevato una situazione di grave criticità in alcuni edifici di proprietà dell'ATER in via Giovanni XXIII a Teramo, attualmente inagibili a causa del sisma - racconta il presidente Grotta -
gli immobili, infatti, erano stati occupati abusivamente da persone, che non solo vi risiedevano senza alcun diritto, ma risultavano anche coinvolte in attività illecite, in particolare nel presunto spaccio di sostanze stupefacenti, proprio nelle aree antistanti gli edifici».
Una situazione che, oltre alla violazione della proprietà pubblica, stava generando un forte disagio tra i cittadini e i residenti della zona, con evidenti ripercussioni sulla sicurezza e sull'ordine pubblico. 
«Inoltre, continuavano a ripetersi atti vandalici ai danni degli edifici già compromessi dal sisma - continua il Presidente dell’Ater - che ne stavano aggravando ulteriormente lo stato di degrado». Una situazione non più tollerabile, contro la quale non restava altra soluzione che confidare nell’attenzione dell'Arma verso, perché si ripristinasse una condizione di legalità. 
E così è stato: l’intervento dei Carabinieri ha portato all’arresto dell’extracomunitario violento e alla denuncia dei suoi coinquilini abusivi.