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juva.jpegL'avvento della tecnologia digitale e il conseguente potenziamento dei mezzi informatici hanno avuto sulla musica un impatto notevole e sicuramente più negativo che positivo. Pensiamo solo a quanto non da oggi ma già da decenni avviene nel segreto delle sale di registrazione, dove più che l'artista è il tecnico, l'ingegnere del suono a fare la musica, a fare la canzone. Ecco, la canzone. Basti pensare che all'ultimo Festival di Sanremo molti esperti hanno sostenuto che senza l'ausilio dell'Auto-Tune, che non è altro che un prodotto commerciale, cioè un software su licenza già disponibile dal 1997, gran parte degli artisti in gara non sarebbe stato in grado di cantare: c'è stato chi ha detto che almeno il 70% dei partecipanti lo ha usato. Questo software aiuta in tempo reale il cantante a non stonare, correggendolo mentre è lì che canta. Un buon metodo per disimparare l'arte del canto sicuramente. Detto senza ironia, anche un asino, quello con le orecchie lunghe a quattro zampe, oggi potrebbe salire sul palco di Sanremo e mettersi a cantare grazie all'Auto-Tune. Quindi oggi non solo in sala di registrazione ma persino nell'esibizione dal vivo si interviene sulla voce umana dopandola tecnologicamente. Questo per dare all'artista qualità che non possiede. Quindi una voce che non ha. Oggi siamo già arrivati alla pratica della canzone in assenza del cantante. Tra breve sparirà proprio la figura del cantante ma vedremo concerti fatti dall'intelligenza artificiale e basta. Sulla scorta di queste considerazione nel pomeriggio di ieri mi sono recato alla conferenza tenuta dal Maestro Antonio Juvarra(nella foto) nella Sala Salvador Allende di Nereto, incontro organizzato dall’Associazione Musicale “Obiettivo Musica”, “Scuola di Bel Canto Italiano”, sotto la direzione del Maestro Marco Traini: per l’occasione è stata presentata l’ultima fatica del Maestro Juvarra, il volume “I fondamenti del vero canto”.

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Maestro, come siamo arrivati sino a questo punto di deterioramento dell'arte del cantare, dove si è sbagliato?§
Bisogna risalire a monteDal mio punto di vista l’Auto-Tune è semplicemente un mezzo per rendere meno indecente e un po’ più presentabile l’effetto delle tecniche vocali foniatriche pseudoscientifiche che stanno proliferando. In praticaquelle sono tecniche dell’anticanto, con le quali un individuo non impara mai a cantare e quindi a quel punto anche il senso dell’intonazione vacilla. Questo è un modo per tappare un buco. Ma la colpa con è dell’Auto-Tune ma di quello che sta a monte.

Qual è lo stato di salute della voce oggi?
Come in tutte le epoche c’è un proliferare di belle voci naturali, solo che se non incontrano la giusta concezione tecnico-vocale deperiscono o addirittura si distruggono. Il discorso è che bisogna rifondare la didattica vocale su altri fondamenti che non sono questi della pseudoscienza foniatricaQuesta è scienza dell’Ottocento. La scienza attuale è più in accordo con il BelcantoPer dire, una delle fissazioni della scienza ottocentesca della foniatria è la localizzazione anatomica. Pensi che al giorno d’oggila fisica quantistica ha elaborato il principio di non località, cioè quell’idea di un campo quantistico sottostante la realtà spazio-temporale, che non è né spazio né tempo. Immagini il grado di ingenuità di chi pensa di poter portare il suono in punti magici,inesistenti. Quando invece è evidente che c’è un altro tipo di coscienza delle cose e nelle cose.

Lei tanto si è occupato e si occupa della difesa di questo Primo strumento musicale, il più sofisticato ma anche il più naturale. Oggi, come già detto, addirittura si sta intervenendo con la tecnologia digitale per fare cantare l'uomo. Qual è il futuro della voce?
Il futuro sarà affidato a quelle voci naturali che nonostante queste tecniche vocali imperanti, riusciranno a resistere. Cioè è una corsa a ostacoli. Dove gli ostacoli sono gli insegnanti. O cosiddetti vocalcoach”.

Saràuna sorta di selezione naturale che sorpasserà il tecnocrate del Belcantotecnologico”?
Sì. Sì. Perché chi ha una voce naturale e non se la fa toccare, riuscirà a resistere a tutti questi tentativi diinterventi esterni. Quindi la Natura vincerà. O il Creatore, come ha detto prima in conferenza? Sì!

Maestro, l'uomo tornerà a cantare solo con la sua voce e basta?
Sì! Perché secondo me c’è una percezione empatica già nel respiro della diversa dimensione di chi canta naturalmente e di chi cantapseudo tecnologicamente. A seconda delrespiro che uno fa, canta. Se uno respira in modo naturale rende già espressivo quello che canterà, cioè prima ancora di sentire il suono noi spettatori lo interpretiamo in un certo modo.Come a dire: questo è un essere umano, e lo riconosciamo come tale. Mentre nell’altro modo, cioèquello pseudo tecnologico, diremo: i burattini, i robot, non ci interessano. E tutto questo si percepisce già semplicemente respirando. Questo già rende espressivi. Questo è il motivo per cui i pianisti durante i concerti fanno finta di respirare. O il motivo per cui i violinisti mimano il vibrato. Questo perché si riconosce la superiorità dello strumento voce. Lo strumento voce, sembra una contraddizione, è il più naturale e il più semplice e facile, e questo viene interpretato da molti cantanti come una diminutio. Allora questi cercano di aggiungerci cose che non c’entrano nulla con la voce. Per esempio, Pavarotti diceva che la voce del tenore è la più artificiale. Ma perché è la più artificiale? Lo diceva per darsi importanza. Come a dire, io sono tenore, quindi vuol dire che ho lavorato molto di più.La mia è una voce costruita. Artificiale.

Quindi anche in questa affermazione di Pavarotti c’è questo errore di dare troppa importanza tecnica a uno strumento che, come abbiamo detto, è assolutamente naturale, e più tenti di governarlo e più sbagli e più lo snaturi.
Esatto! Cito sempre l’aneddoto di Adelina Patti, l’unica cantante per la quale Verdi si sia sbilanciato definendola meravigliosa – ad Adelina Patti le chiesero come faceva ad avere quella voce meravigliosa, e lei rispose che non ne aveva assolutamente idea

MASSIMO RIDOLFI