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SclavRimpiango la saggezza dei nostri pastori senza neanche la quarta elementare, che quando il freddo sopra i pascoli si faceva più pungente, indossavano una maglia in più, risparmiando il ciocco per la notte. Risparmiando.
Basta viaggiare in auto per le colline teramane per avere davanti agli occhi lo scempio continuo del paesaggio dietro la cortina del progresso elettrico. Basta con gli occhi osservare quel filare interrotto dalla piantumazione di pannelli solari, mentre la terra muore. Contadini tramutati in contatori. I custodi della terra tramutati a primi attori dello sfacelo ambientale in salsa ecologista – passando sulla statale 80, che porta dal Gran Sasso d’Italia al mare Adriatico,giunti nel territorio di Mosciano Sant' Angelo, dove prima c'erano campi coltivati, ho visto che è nato un mostruoso prefabbricato di cemento armato che copre l'intera collina alle sue spalle: è lì che fabbricheranno supercar a propulsione elettrica a divertimento dei ricchi e a discapito dei poveri.
Poi il Sud. Dove lo scempio è gestito dalle mafie e dallo Stato insieme, la società di capitali più solida del Paese. Le mafie che comprano a due soldi i fondi e lo Stato che lipiantuma di mostruose pale eoliche, che con i loro altissimi occhi rossi vegliano come demoni la notte tra Puglia Campania e Basilicata.
La Basilicata, la regione d'Italia dove il paesaggio è stato più violentato a favoredella pesca del petrolio e della caccia del vento, terra dove lo Stato se ne è fregato bellamente del futuro di chi lì vive, dei pochi che ci restano. Lì dove, arrivandoci faticosamente, ci si ritrova indietro di almeno dieci anni rispetto al resto del Paese. E cantieri. E petrolio. E vento. Uno scempio. Una terra tutta sacrificata al progresso, che, però, l'arretra.
E oggi, la corsa alla propulsione elettrica, illudendoci di ripulire i nostri cieli terreni, scassa interi territori del terzo mondo, che poi abbandonerà a morire di tutte le malattie che porta lo scarto del progressivo secolare consumismo. Un terzo mondo che si scopre improvvisamente ricco e raro ma al quale sempre spetta un dollaro per un intero giorno di sudore e la stessa fame di sempre.
In fondo a quelle ridicole colonnine dove ricchi d’Oriente e d’Occidente attaccano sorridenti le loro spine, illudendosi di guardare con le protesi dentali bianchissime il cielo ripulirsimentre la loro macchina ricarica le batterie, ci sono intere famiglie, uomini donne vecchi e bambini, che scavano buchi orrendi. Che a guardali è uno spavento. Respirando e bevendo e mangiando acqua e terre rare, fino a morirne: il sacrificio umano non va messo mai a bilancio ma nascosto per bene nel libro nero della coscienza, d’Oriente e d’Occidente.
Lo sfruttamento dell'uomo ricco sull'uomo povero, però, crea sempre più profitto. L'uomo diventa povero quando ha fame e non ha da mangiare. L'uomo è diventato povero quando ha smesso di coltivare e di cacciare e per procurarsi da mangiare è dovuto andare a lavorare per riportare i soldi del padrone al suo padrone,per poter così acquistare quel cibo che ha disimparato a procurarsi grazie all'industrializzazione dei processi produttivi e al magro salario – sempre più dal principio padronale del profitto sottoposto a feroce, cannibale dimagrimento.
Ma basta viaggiare in auto per le colline teramane, dalla montagna al mare, per cominciare a rendersi conto dello sfacelo. Ricco. Ricchissimo. Sempre più ricco e progressista dell’immoralità a propulsione elettrica.
Che Dio vi fulmini di fulmini.

MASSIMO RIDOLFI