sono lieto che abbiate espresso le ragioni del Vostro dissenso sul provvedimento sottoposto alla votazione dell’Assise civica nella seduta di giovedì 13 marzo.
Diventa possibile quindi aprire un dialogo perché, onestamente, fino ad oggi risultava difficile renderemo intellegibili comportamenti ostruzionistico-omissivi che non erano stati meglio esplicitati. Tralascio ogni commento sulle considerazioni che avete ritenuto di formalizzare nei confronti del sottoscritto, perché entreremmo nel campo delle polemiche che non si addicono a chi debba amministrare un territorio e realizzare dei progetti per il benessere della comunità.
Permettetemi solo una notazione di grammatica politica: dato che Voi scrivete che “il nostro piccolo impegno è di natura esclusivamente civica” ed estraneo ad “alcuna cordata, corrente, gruppo e gruppuscolo”, non si comprende come mai non abbiate utilizzato lo scranno del Consiglio per esporre il
Vostro libero pensiero, proprio durante la seduta nella quale io stesso ero presente fra il pubblico proprio per ascoltare la voce dei rappresentanti eletti dai cittadini sul merito della questione. Comprenderete che essere fisicamente presenti in aula, ma non rispondere all’appello per risultare strategicamente assenti e senza spiegare il motivo, possa risultare quantomeno irrituale e forse un pochino irrispettoso dei colleghi consiglieri e della comunità teramana. Giungendo al merito, le questioni da Voi chiaramente esposte sono tre.
1) Sul Delfico Voi ritenete “inaccettabile che sull’iter dell’istanza di dissequestro della prestigiosa struttura, e sulle necessarie integrazioni delle sottese perizie, nonché sulle responsabilità per non aver progettato ed eseguito da anni i necessari lavori, sia calato un silenzio paragonabile a quello di misteri come Ustica e il delitto Moro”. A tale proposito, mi permetto di segnalare che – proprio nella mattinata di giovedì 13 marzo – ho ricevuto in Provincia una delegazione degli Ordini professionali teramani (nella specie Architetti,
Ingegneri, Geologi e Avvocati), ai quali serenamente ho esposto tutte le documentazioni e le tempistiche delle procedure in corso di svolgimento, senza alcuna omissione o reticenza. Questo solo esempio dimostra che invocare i misteri di Ustica e del delitto Moro è una mistificazione oggettiva che non trova riscontro nella realtà fattuale, specie se Voi medesimi mai abbiate chiesto carte e spiegazioni su ciò che non vi appariva chiaro della vicenda (carte e spiegazioni che sono a Vs. completa disposizione, ovviamente).
2) Ritenete, poi, “parimenti inappropriato il tentativo di far passare un provvedimento come quello all’esame del Consiglio Comunale come mero atto burocratico, se non addirittura dovuto, senza dibattere del futuro del Delfico e di quello che, come Istituzioni, bisogna fare urgentemente e senza indugio”.
1Anche in questo caso non corrisponde al vero che non si dibatta ogni giorno sulla vicenda, e lo si fa ascoltando la voce di tutti i cittadini, siano essi organizzati che singoli. Non troverete mai un episodio di negazione della parola e dell’ascolto – da parte mia – di chiunque abbia qualcosa da dire sulla vicenda.
3) Concludete che “nel prossimo consiglio di lunedì il nostro voto sarà favorevole al provvedimento solo se perverrà al Consiglio Comunale un vincolo d’intenti dell’Amministrazione Provinciale, con dettaglio delle relative tempistiche, a svolgere senza ritardi le perizie suppletive e a presentare celermente la ormai famosa istanza di dissequestro, unitamente al solenne impegno a consentire il rientro degli studenti nella struttura sino all’inizio dei necessari lavori e, se tecnicamente possibile, a permettere il funzionamento del Delfico anche durante l’esecuzione delle opere necessarie, eseguendo i lavori per blocchi”.
Resto interdetto da simili richieste, perché ciò che voi chiedete e pretendete corrisponde pedissequamente ad impegni che ho già ripetutamente e formalmente assunto dinanzi alla città, ma che rinnovo in questa sede senza infingimenti:
– è impegno preciso della Provincia percorrere ogni strada tecnico-giuridica per giungere al dissequestro dell’edificio del Liceo Delfico;
– è impegno puntuale della Provincia quello di consentire il rientro degli studenti nella struttura sino all’inizio dell’appalto di riqualificazione sismica;
– è impegno formale della Provincia, qualora tecnicamente possibile, quello di consentire l’utilizzo dell’edificio anche durante l’esecuzione dell’appalto, eseguendo i lavori per lotti funzionali.
Spero di essere stato limpido ed esaustivo in riferimento ai Vostri dubbi, ma ne resta uno collaterale: non approvare un provvedimento che consenta di costruire la sede provvisoria del Delfico è una rappresaglia politico-amministrativa che non comporta automaticamente di riaprire la sede di Piazza Dante, bensì produce l’effetto di non permettere alla comunità scolastica di avere una casa provvisoria dove esercitare le attività didattiche, di studio, di socializzazione e di residenzialità, contestualmente al fatto che Piazza Dante resti comunque interdetta a qualsivoglia attività umana. È da escludere in radice una correlazione biunivoca per la quale se non si costruisce nulla alla Cona allora Piazza Dante riaprirà e se, al contrario, si autorizza la costruzione alla Cona per ciò solo Piazza Dante non riaprirà.
Purtroppo non è così e mi dispiace che qualcuno, evidentemente in malafede, cerchi di attribuire la propria malafede al sottoscritto che, come è evidente, ha tutto l’interesse a far riaprire il prima possibile il Liceo dove ho studiato e sono cresciuto.
Il Presidente della Provincia di Teramo
Camillo D’ANGELO