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La crisi che corrode la Maggioranza gianguidica, è tutta nella rivendicazione di autonomia e di dignità politica dei due dissidenti, Valentina Papa e Simone Mistichelli, dai quali è partita quella piccola crepa che ha provocato il “crollo” dell’ultima seduta. Una rivendicazione, quella della consigliera di Insieme Possiamo e dell’ex consigliere di Teramo Vive, che si è rinnovata oggi in un voto contrario che è anche, e forse soprattutto, una prova di responsabilità. Verso i cittadini di Teramo, come sottolinea la Papa, e verso i fatti, in particolare quelli relativi alla mancata presentazione di un’istanza di dissequestro, come sottolinea Mistichelli, argomentando con dovizia di particolari, tanto che addirittura dall’Opposizione sono arrivati commenti positivi. Una posizione, quella dei due dissidenti, che tocca il dente dolente del Sindaco D’Alberto, che ieri li ha incontrati per un caffè strategico, ma che non ha evidentemente sortito l’effetto sperato, visto che oggi hanno votato contro. Ma il dente dolente del Sindaco ha generato anche un attacco diretto, nel quale il primo cittadino ha apertamente contestato la rottura del vincolo di lealtà, scatenando la reazione - giustamente polemica - di Mistichelli che replica «Il vincolo di lealtà lo si dimostra non con un voto favorevole, ma ricandidandosi con lo stesso Sindaco, pur essendo stato assessore ed essere stato messo alla porta». Certo, benché restino di fatto in Maggioranza, con la loro rivendicazione di autonomia, i due consiglieri hanno creato una frattura, che potrebbe allargarsi, visti i numerosi mugugni di maggioranza, ma che soprattutto li mette in una posizione divisa e diversa da quella della folla dei votatori acritici. E’ un bene, per la politica. Teramo non ha bisogno di yes man, ma di consiglieri che abbiano il coraggio di fare il loro lavoro. Cioè consigliare. E anche un “no” è un consiglio.