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Screenshot_2025-03-19_alle_14.15.52.png Un'impresa storica, quella dell'alpinista valdostano Hervé Barmasse, che ha realizzato la prima traversata integrale, invernale e solitaria delle vette principali del Massiccio del Gran Sasso.Un dislivello complessivo di 7.200 metri tra pareti e creste, percorrendo circa67 km con i ramponi e con gli sci. Un'impresa partita dal Passo delle Capannelle il 6 marzo, per scalare Monte Franco, Monte Jenca, Pizzo Camarda, Malecoste, Monte Corvo, Pizzo Intermesoli, Giovanni Paolo II, Pizzo Cefalone, Portella e Corno Grande dal quale, dopo la scalata, Barmasse è sceso con gli sci in notturna. «Concludere in questo modo la prima giornata è stato stupendo», spiega l’alpinista valdostano al sito up-climbing.com «Lassù, il vento sbatteva la mia giacca, guardavo a 360 gradi le luci delle case sino al mare Adriatico, ed ero felice. Una magia e un’emozione grande, un ricordo che porterò per sempre con me». Il secondo giorno l’avventura è proseguita verso est. Tra le cime salite il Monte Aquila, Brancastello, Torri di Casanova, Monte Infornace, Monte Prena, Monte Camicia e Tremoggia. «Me lo aspettavo meno faticoso, ma con la neve abbondante, tra torri di roccia e canali, spesso sprofondavo fino alla vita. Però è così che mi ero immaginato questo viaggio. La dimensione avventura nasce dall’intuito e dalla creatività dell’alpinista e anche dalla sua onestà. L’anno passato, ad esempio, non c’era neve e se avessi provato, le cose sarebbero state più facili, ma avrei potuto parlare di ascensione invernale? Il calendario oggi non fa più la differenza… La nostra etica e i nostri ideali sì».