Non è stata, e non voleva essere, solo la presentazione di un libro, sia pure interessante come “Mediae Terrae”, scritto dal commissario alla Ricostruzione Guido Castelli. E’ stata di più: una finestra aperta sul futuro. A partire dal futuro del’Ateneo, per arrivare a quello della città, a quello della regione, a quello delle Mediae Terrae sopravvissute ai terremoti. Un’occasione, dunque, per rifedinire l’orizzonte della “nuova Italia”, che non è nuova perché si interroga sul futuro, ma perché cera di programmarlo, senza dimenticare che la “ricostruzione” non è solo ricostruzione di luoghi ed edifici, ma della comunità e del senso della comunità.