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A rischio la lotta tra poli per IMR, ma la politica abruzzese dov'è? "Si è riacceso lo scontento per l'azienda di Industrialesud" comunicano i sindacati, venuti a conoscenza di una manifestazione dei dipendenti sotto la vicina Regione Marche.
La crisi dell'automotive del nostro Paese continua a colpire impietosa e si teme il peggio per uno dei maggiori stabilimenti del nostro territorio.
"Il quadro prospettico non è confortante" dichiarano CGIL, UGL e UIL "tenendo conto delle premesse già gravi delle condizioni in cui l'azienda versa."
Negli ultimi anni, infatti, la sede teramana ha vissuto un taglio netto del personale, passato dai 500 dipendenti ai 420 attuali, di cui più di un centinaio ancora precari.
E a tali diminuzioni si aggiungono la produzione dimezzata e calo delle commesse pari anch'esso al 50%.
"Attraverso i tre giorni di sciopero nel 2024" illustrano ancora Giampiero Dozzi e Emidio Angelini "siamo riusciti ad evitare lo spostamento delle commesse da uno stabilimento all'altro. È un gioco a rimpiattino quello che l'azienda sta portando avanti tra i poli di Rieti, Jesi e Teramo, fermo restando che la coperta non basta per tutti. Si corre il rischio che esploda una guerra tra poli per IMR."
A emergere, dai recenti avvenimenti nel territorio transtruentino, è proprio il diverso modus operandi riservato alla scottante questione dalla politica.
"Lì" raccontano gli stessi dipendenti teramani dell'azienda che, oltre alla gravità della posizione lavorativa, subiscono un senso di abbandono da chi avrebbe invece il dovere di preoccuparsi e proteggere l'impiego professionale "IMR ha l'appoggio completo delle istituzioni. Si approvano delibere per garantire il lavoro, le riunioni si portano in sala consigliare e l'assessore Stefano Aguzzi sta intermediando con il Ministero del Lavoro."
In Abruzzo , minacciano i sindati, la Regione potrebbe diventare controparte, se non dimostrerà interesse a salvaguardare uno dei posti di lavoro più rilevanti sul territorio della nostra regione.
Le richieste sindacali per un incontro risolutivo, prevedono, slitteranno ormai dopo Pasqua.
"La politica non puó essere solo rappresentativa. Deve tornare a essere fattiva" l'appello lanciato all'unisono.

Eugenia Di Giandomenico

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