Ecco perché la pregiata associazione Teramo Nostra non ha detto nulla sul Palazzo della Sanità: stava organizzando la festa della pace. Ci eravamo chiesti perché gli stoici difensori della teramanità, pronti a dire la loro su tutto, non avessero detto nulla sul futuro di piazza Martiri Pennesi: stavano organizzando la festa della Pace. Avevamo pensato che fossero impegnati nella ricerca di qualche direttore della fotografia croato di origini moldave e residenza transilvana, al quale attribuire qualche esposimetro d'oro nella prossima edizione dell'attesissimo premio di Venanzo, al quale non mancherà un corposo finanziamento comunal, e invece no: stavano organizzando la festa della pace. E infatti: domenica prossima, 27 aprile, Domenica in Albis, torna a Teramo la Festa della Pace. che affonda le radici nell’antichità. Nel lontano marzo 1559 le nobildonne teramane vollero la pace dopo un lungo periodo di guerre intestine in città; da li venne istituita la ricorrenza da celebrarsi ogni anno nella Domenica in Albis e nacque il solenne impegno di mantenerla viva nei secoli a venire.
Il corteo storico partirà alle 16:30 da Piazza Verdi, ad accompagnare i figuranti in abiti d’epoca ci saranno i tamburini e gli sbandieratori della Quintana di Ascoli Piceno. Da Via Savini il corteo raggiungerà Largo Madonna delle Grazie e presso l’obelisco della Pace, le quattro Paciere, in rappresentanza dei quattro quartieri storici, Maria Antonietta Adorante (San Leonardo), Loredana Di Giampaolo (San Giorgio), Alessia Marcozzi (Santa Maria a Bitetto) e Lia Admiral (Santo Spirito), doneranno il cero della Pace alla Madonna delle Grazie consegnandolo nelle mani del Priore del Santuario. Alle 19.00, presso il Duomo, sarà il Sindaco Gianguido D’Alberto, in nome della città di Teramo, ad offrire il cero della Pace al Santo Patrono Berardo. Il Vescovo della Diocesi di Teramo e Atri Mons. Lorenzo Leuzzi celebrerà la messa e sarà data lettura del messaggio della Pace da parte delle Paciere.