«Non si preoccupi, è un cane di razza purissima». E a riprova della purezza, produceva anche dettagliati pedigree degli animali, per la felicità dei clienti che pagavano prezzi altissimi. Niente di strano, all’apparenza, se non fosse che quei cani non erano di razza, ma meticci che erano simili a quelli di razza, ma che di razza non erano. E, ovviamente, i pedigree erano falsissimi. Ad accorgersi delle truffe messe in atto da un commerciante avezzanese, divenuto famoso in tutta la regione proprio per le purezza delle razze canine che vendeva, è stato un cliente, che volendo far accoppiare il suo “purissimo” bassotto ha scoperto il pedigree taroccato. Il passo successivo è stata una denuncia ai Carabinieri, che è poi rientrata nell’ operazione "Dog Backtrack III”, che ha interessato l'intero territorio della provincia dell'Aquila, sul commercio di animali da compagnia, che ha coinvolto anche il NIPAAF dell'Aquila (Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale), a conclusione di mirate e complesse attività investigative finalizzate a ricostruire la provenienza e la tracciabilità degli animali messi in commercio. Anche perché la legge è chiarissima: «È consentita la commercializzazione di animali di razza di origine nazionale e comunitaria, esclusivamente con riferimento a soggetti iscritti ai libri genealogici o registri anagrafici». Per essere più chiari: cani senza pedigree non possono essere venduti in cambio di denaro. Il commerciante avezzanese è stato denunciato e tutti gli animali in vendita sono stati sequestrati.