Il nostro lettore ci ha inviato il video, che ha realizzato ieri pomeriggio davanti al Lidl di Teramo, senza commentarlo, limitandosi ad un “giudicate voi” che in realtà è già molto più che un commento. Il video, che noi abbiamo poi utilizzato per estrapolare frammenti e realizzare un nostro montaggio, evitando ovviamente di rendere riconoscibili le persone involontariamente riprese, è la testimonianza di un fatto. Che non giudicheremo, perché crediamo che ognuno abbia il diritto di farsene una propria idea. E’ la cronaca di una storia semplice: una signora anziana esce dal Lidl con una busta in più e la dona al ragazzo, di colore, che abitualmente staziona davanti al supermercato. Il ragazzo ringrazia, ma poi, appena la signora si allontana, apre la busta, la “ispeziona” e la butta nel cestone che sta proprio all’ingresso del Lidl. A recuperare la busta, è stato poi il nostro lettore, scoprendo che conteneva frutta e verdura. Arance e insalata. Non mancherà chi, adesso, ricorderà che quel dono non era un obbligo e che garantire libertà significa anche accettare che quel dono venga rifiutato, però questa vicenda, per quanto minima, ci lascia un pizzico di amaro in bocca. E una domanda, anzi: una serie. Chi sono e da dove vengono i ragazzi che ogni giorno vediamo davanti ai supermercati teramani? Sono rifugiati? E allora dovremmo vergognarci di offrire ospitalità e poi costringere le persone a vivere di elemosina. Sono clandestini? E allora dovremmo aiutarli, perché regolarizzino la loro posizione e non siano costretti a vivere di elemosina. E se invece fossero “schiavi” di un’organizzazione che li costringe ad elemosinare per poi appropriarsi dei loro incassi? Forse è venuto il momento che in quella busta verde donata e rifiutata, qualcuno cerchi una risposta…