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Non chiamatela mostra, perché “Amori Amari, immagini e riflessioni”, inaugurata ieri sera nei locali di Villa Filiani a Pineto, non è una mostra. E’ molto di più. E’ il distillato visibile del coraggio di una donna e di tutte le donne che, vittime di violenza, hanno saputo non solo trovare la forza di reagire, ma anche di farsi portatrici di un messaggio, che non è mai messaggio di vendetta. «Perché all’odio si risponde con l’amore, alla violenza si risponde con il coraggio, all’ignoranza si risponde con la cultura» spiega l’ideatrice della mostra, Anna “Annissima” Di Paolantonio, che di molte foto è anche stata “modella”, nel racconto doloroso e potente del vissuto di tante, troppe donne. Una mostra che, non a caso, è stata organizzata nei giorni della festa della mamma, per ricordare le tante madri vittime di femminicidio, e il dolore troppo facilmente dimenticato di chi sopravvive ad una madre, di quegli orfani vittime due volte. La presentazione della mostra, che resterà fino a domani, ma potrebbe essere anche prolungata di una settimana per consentire la visita delle scuole, è stata l’occasione per una riflessione sul valore dell’impegno nella lotta contro la violenza sulle donne. Una riflessione che ha visto la partecipazione di molte esponenti dell’associazionismo e di molte rappresentanti delle commissioni pari opportunità, a tutti i livelli istituzionali. Un incontro partecipato e sentito, nel quale mai l’apparire ha lasciato il posto al senso profondo del “sentire” un problema del quale non si parla mai troppo. Le foto, del giovane e talentuoso Alessandro Neri, sono lampi di verità, concentrati di cronaca, urla mute contro la violenza, ma anche pennellate di speranzosa luce nel buio di una società troppo distratta. Un evento, dunque, non solo una mostra, che merita la visita e per il quale va ringraziata “Annissima” Di Paolantonio, donna che ha saputo fare della sua vita una testimonianza, che ha conosciuto il dolore più doloroso, come la morte di una sorella vittima di femminicidio, ma che ha saputo fare di quel dolore un racconto di speranza, perché, come direbbe lei: «…bisogna imparare a riconoscersi nelle anime belle»Screenshot_2025-05-10_alle_09.34.33.png