I circa cinque milioni di euro donati dagli italiani tramite gli sms per la ricostruzione dei luoghi devastati dal terremoto del 2009 sono stati mal gestiti. Secondo la Corte dei conti dell'Aquila, solo una parte esigua di questi fondi è stata utilizzata per aiutare famiglie e piccole imprese in difficoltà, mentre gran parte è finita per coprire spese amministrative e, peggio ancora, per l'acquisto di azioni societarie. Le indagini hanno rivelato che il fondo di garanzia da 5 milioni di euro, destinato ad agevolare l'accesso al credito per i terremotati, è stato utilizzato impropriamente per risolvere problemi interni delle società coinvolte nella sua gestione.
Marco Santori e Paolo Nicoletti, ex amministratori delle società Consorzio Etimos e Microcredito per l’Italia Srl, sono stati condannati per peculato a tre anni di reclusione ciascuno. La Sezione Giurisdizionale per l'Abruzzo ha riconosciuto un danno erariale di 2,4 milioni di euro, considerando che i fondi sono stati distolti dal loro scopo originario, violando gli accordi con la Protezione Civile.
Il fondo avrebbe dovuto servire come garanzia per i finanziamenti alle piccole imprese e alle famiglie che cercavano di risollevarsi, ma, invece, è stato prosciugato per altri scopi, vanificando così la solidarietà dei cittadini italiani. La Corte ha evidenziato come questo comportamento abbia causato danni al tessuto economico e sociale della regione, aggravando la situazione già difficile dei sopravvissuti al terremoto.