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rudydistefanoMi permetto di inviare la presente lettera aperta al fine di sollecitare una forte risposta - da parte degli organi preposti alla sicurezza del territorio - contro i ripetuti fatti di violenza, molestie, scippi e spaccio, che puntualmente la stampa porta alla luce nella (ahimè) totale indifferenza generale:

Teramo è una Città pericolosa ed inizia a far paura!

Vivo la realtà di Piazza Garibaldi, ostaggio di magrebini e nord africani, ogni giorno. E puntualmente, all’uscita della messa pomeridiana o del rosario della sera, mi capita di accompagnare (in macchina) persone anziane e meno anziane a casa, intimoriti anche a fare soli 100 metri a piedi per rientrare nelle proprie abitazioni. Fermo restando che mi presto con piacere, è inaccettabile che nel pieno centro di Teramo -  già in orari preserali - i cittadini hanno paura ad attraversare la piazza. E non nascondo che condivido e faccio mia quella paura. 

Come ha riportato un noto blog teramano: paragonare la nostra Città ad altre realtà notoriamente più delinquenziali per tranquillizzarci, non fa della nostra Città un luogo sicuro. Teramo è ormai una Città pericolosa ed incute timore, dove la sera, già dopo le 19.00, le persone preferiscono far rientro a casa piuttosto che andare a Messa, portare figli e nipoti alla Villa Comunale o nei giardini limitrofi alla Parrocchia, o semplicemente fare una passeggiata in famiglia.

Sarebbe ingeneroso da parte mia addossare ogni responsabilità alla politica, tuttavia, un’amministrazione che rimane a braccia conserte di fronte a tanta delinquenza (che può solo peggiorare) non mostra un gran senso di responsabilità e vicinanza ai cittadini. Trasformare la Città in un “grande fratello” con telecamere ovunque sarà anche un deterrente, ma è del tutto insufficiente. Piazza Garibaldi è piena di telecamere, eppure sta diventando il luogo più insicuro di Teramo. 

Se esiste un tavolo tecnico sulla sicurezza che prenda provvedimenti seri ed a lungo termine: monitoraggio continuo, presenza costante (fissa se serve) delle forze dell’ordine e, perché no, valutare il ricorso alle cosiddette “zone rosse”; introdotte dal Ministro Piantedosi per garantire la sicurezza urbana e la piena fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini. Ordinanze che, ove ricorrono fenomeni di micro criminalità diffusa, piazze di spaccio e situazioni di degrado urbano, si sono rilevate particolarmente utili.

Prefetto, Questore, Sindaco, politica di destra e di sinistra che sia, ora è il momento di lavorare insieme senza indugi affinché Teramo torni ad essere quella di un tempo: una Città a misura di famiglia. Certi fenomeni vanno combattuti e fermati in tempo, prima che sia troppo tardi. Non aspettiamo che la situazione degeneri ulteriormente.

Teramo li 30/05/2025

Rudy Di Stefano