Questa sera la piccola comunità di Tortoreto ospiterà l’immenso mondo della pace, prestigiosi ospiti, nomi importanti del mondo della pace e della solidarietà per chiederci, tutti insieme, come si può parlare di pace in situazioni di guerra conclamata? Si puòfare? Ce lo chiediamo da tempo, oggi con riferimento all’Ucraina, alla Palestina, ai paesi dimenticati con violente guerre civile come Congo e Sudan,e alle tante situazioni di crisi troppo spesso dimenticate. Le informazioni quotidiane, l’ennesimo fallimento delle trattativesembrano dirci che non è possibile. Tendiamo così, tutti, ad aspettare che la guerra finisca
Così lasciamo campo libero alla guerra e ai suoi strumenti prediletti, le armi, come unico modo per uscire dalla guerra stessa. Eppure il Santo Padre ci ripete ogni giorno che la guerra è sempre una sconfitta . E sappiamo bene, che la guerra produce nuova guerra. Allora questa sera, qui, da Tortoreto città di pace e per la pace ci piace ripetere con le parole di Don Tonino Bello che noi vogliamo “osare la pace”, pensare la pace” perché crediamo ad una “pace-utopia” che garantisce pienezza di vita per tutti, rispetto dei diritti, rispetto della vita.
Questa sera, qui, da Tortoreto città di pace e per la pace con le parole di Don Tonino Bello vogliamo dire a voce alta che crediamo nella pace possibile. Che è possibile andare al di là della violenza, concentrando attenzione, e sforzi concreti sulla nuova società che vorremmo con azioni di pace. Soprattutto pensando ai nostri giovani e ai nostri figli. In questi giorni ho ritrovato una poesia di Don Tonino Bello che mi colpì molto. Che vuol dire “pace”? Pace vuol dire, libertà di pensiero e di opinione, equa distribuzione delle ricchezze, rispetto delle opinioni degli altri, delle culture altre. Scoprendo il perdono. Andare al di là della violenza per costruire una società nuova. Costruendo così, giorno dopo giorno, la pace.
Ma voi tutti vi starete chiedendo cosa fare in una situazione come quella che si sta consumando in queste settimane in Ucraina e Palestina? La priorità è indubbiamente quella di fare cessare l’insensata carneficina di cui siamo testimoni. Ma bisogna anche provare a guardare oltre. Un punto di partenza potrebbe essere quello di concentrarci sulla sofferenza, condizione che accomuna i due popoli, per provare a togliere il terreno sotto i piedi alla violenza.
Tutti noi, anche se viviamo lontano da quelle terre martoriate, possiamo e dobbiamo dunque adoperarci per dare voce a chi come Papa Francesco chiedeva due stati per due popoli. “It’s time now” . Da Tortoreto questa sera facciamo nostro l’appello del Governo italiano al presidente Netanyahu . La legittima reazione del governo israeliano a un terribile e insensato atto terroristico, sta purtroppo assumendo forme assolutamente drammatiche e inaccettabili, che chiediamo a Israele di fermare immediatamente. I bombardamenti devono finire, l'assistenza umanitaria deve riprendere al più presto, il rispetto del diritto internazionale umanitario deve essere ripristinato. Abbiamo l’onore questa sera di avere con noi il pacifista israeliano che dice no alla guerra permanente e che denuncia, con puntualità e coraggio, i crimini contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza. Non sappiamo ancora dove questo processo di immaginazione ci porterà. Tutto ciò che possiamo fare ora è individuare una serie di indicazioni di percorso. E’ follia? E’ utopia? Non ci resta che provare. Io, semplice artigiano di pace so che occorre promuovere la pace dal basso: gesti concreti di perdono, di accoglienza, di rispetto altrui. Nessuno può tirarsi fuori. ‘Per la pace fatti in quattro pure tu’, direbbe don Tonino. Ancora oggi. Prendendo esempio dagli straordinari ospiti che avremo questa sera a Tortoreto. Che voglio abbracciare uno ad uno per quello che fanno ogni giorno per rendere il mondo più bello e più giusto. Ripetendo a tutti e a ciascuno il miograzie
Leo Nodari