Asl condannata al pagamento di un risarcimento di 410mila euro per le gravi responsabilità mediche emerse in una vicenda che ha visto protagonista una donna marsicana, sottoposta a dieci interventi chirurgici dopo un primo errore operatorio. Tutto comincia nel 2020, quando una donna si è sottoposta a un intervento di mini-bypass gastrico nel reparto di Chirurgia generale dell’ospedale San Salvatore dell'Aquila.
Da quel momento è iniziato un calvario sanitario segnato da continue complicazioni post-operatorie che l’hanno costretta a sottoporsi ad altre dieci operazioni “riparatorie”.
Secondo la ricostruzione i problemi sarebbero dipesi da una serie di errori commessi nel primo intervento: la scelta di utilizzare la tecnica laparotomica in presenza di una sindrome aderenziale importante, la rottura del trocar chirurgico, uno degli strumenti utilizzati, i cui frammenti sono stati sì rimossi - come riferiscono oggi le cronache del Centro - ma l’intervento ha comunque avuto conseguenze gravi. L’intera condotta medica, si legge nella sentenza, è risultata «improntata a imperizia, imprudenza e negligenza». Le conseguenze sulla salute della donna sono state gravi e irreversibili: la sequenza di interventi ha causato una riduzione permanente della sua integrità psicofisica pari al 45%.