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“Mi preme ricordare al centrosinistra che la loro campagna elettorale per le Comunali è terminata già da oltre una settimana, quindi non capisco la ragione per la quale si continuino sistematicamente a spacciare proiezioni sul disavanzo della sanità regionale facendole passare per dati acquisiti. Con questo sistema non si accresce il consenso politico, ma si crea solo confusione nei cittadini”.

Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, replicando alle dichiarazioni del PD, che parla di un disavanzo di 240 milioni nel 2025 per il sistema sanitario regionale.

“I dati dei conti del primo trimestre dell’anno – spiega – sono pubblici, pubblicati e presentano un disavanzo di circa 24 milioni di euro che, moltiplicato per 4 (così da coprire i restanti trimestri) evidenzia la tendenza annuale, che proprio io avevo già dichiarato appena qualche giorno fa, intorno ai 100 milioni. Tendenza, ribadisco, non effettività, perché quest’ultima si avrà solo con l’approvazione dei rendiconti, che non avverrà prima dell’aprile 2026. E aggiungo, per l’ennesima volta purtroppo, che i fondi della Gsa (la gestione sanitaria accentrata) non sono risorse arrivate da chissà dove o sottratte ad altre funzioni regionali, ma si tratta di quote del fondo sanitario indistinto che sono di pertinenza del sistema e che la Regione accantona prudenzialmente per far fronte ad eventuali disequilibri. Ad oggi, dunque, il disavanzo certificato al 31 marzo è di 24 milioni di euro e non di 240 come vuol far credere il PD”.

Per la Verì la polemica sui numeri sta diventando stucchevole.

“Sappiamo benissimo che i problemi esistono – aggiunge – e li stiamo affrontando con massimo impegno e decisione. Condivido però in pieno quanto sostenuto dal presidente Marsilio nel corso dell’ultimo consiglio regionale: non possiamo arrenderci ad una evidente disparità di trattamento rispetto ad altre regioni del Paese, perché i territori più piccoli e scarsamente popolati spendono di più per assicurare l’erogazione dei servizi sanitari anche nelle zone più remote. Continueremo a batterci per far valere le nostre ragioni e certamente non ci faremo scoraggiare dai disavanzi, che in termini assoluti possono sembrare abnormi, ma che in percentuale sull’ammontare del fondo sanitario regionale non sono così spaventosi. Anche perché l’altra soluzione, più semplice ed immediata, sarebbe quella di tagliare i servizi, un po’ sul modello di rete ospedaliera varato nel 2016 proprio dal centrosinistra, con ospedali cancellati e una rete territoriale completamente inesistente. Noi, però, vogliamo continuare a combattere una battaglia di equità e civiltà, perché non è giusto che chi vive in un luogo lontano dalle principali aree urbane non debba vedersi garantita un’adeguata assistenza sanitaria come qualunque altro cittadino”.