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«Abbiamo fatto praticamente il ricorso per diversi motivi. Infatti sono 75 pagine. Il primo è che un giudice locale abruzzese ha completamente stravolto l'inizio e l'interpretazione della causa del primo giudice e di tutto il collegio che si è trovato a giudicare i vari ricorsi della Gst, quindi non solo di un giudice ma in realtà di quattro giudici di tutto il collegio - spiega Marco Finori a certastampa - ha interpretato in maniera secondo noi sbagliata la mia aggiudicazione per sostenere il fatto che la Gst non dovesse vendere a me, quindi ha scritto che non non avevo una una giustificazione definitiva, mentre io ho avuto ben due aggiudicazioni definitive». 


Secondo l’ex gestore, però, il problema è un altro, e investe direttamente i programmi della Gst: «La cosa più importante è che la Gst non ha i requisiti per gestire direttamente gli impianti, nonostante i proclami del Presidente della Provincia, ma attualmente non ha non ha proprio alcun requisito oggi per gestire e non potrà più gestire impianti di risalita con le nuove regole messe dal Ministero da quando sono successi gli ultimi due incidenti drammatici in Italia».

Finori, poi, ne ha anche per i liquidatori: «Ho sentito anche un’intervista, un video proprio su certastampa, sullo stato di abbandono… vorrei dire al primo del Triumvirato, non so come si chiama il primo liquidatore (Passerini ndr), che ha detto che si guardava intorno e vedeva tutto in stato di abbandono, che forse lui non è in grado minimamente di giudicare, provo tenerezza i perché guarda e non è in grado di comprendere, tanto è vero che guarda a destra e sinistra, ma minimamente non capisce cosa sta guardando, perché non ha competenze, e non so che tipo di conoscenze abbia del settore per poter criticare il mio operato… si sono permessi di dire che era tutto in stato d’abbandono, mentre è tutto a posto, tanto è vero che gli ingegneri si vengono a formare sulle nostre manutenzioni».