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cantiere_dallalto.jpgA giudicare da come vengono utilizzate le piazze pubbliche, sembra quasi che Roseto abbia un’avversione per gli spazi aperti. Agorafobia, la chiamerebbero gli esperti, una condizione della mente umana per la quale sarebbe necessario un percorso psicanalitico. Piazza Ungheria è da anni un’area inutilizzabile per incontri a più persone. Stesso discorso per la centralissima piazza della Libertà, un tempo punto di ritrovo per intere generazioni di rosetani, oggi è chiusa al traffico su entrambi i lati, ‘abbellita’ con panchine post-moderne e marciapiedi qua e là di cui sfugge l’utilità. Qualche tentativo di ‘restringimento’ è stato fatto pure per piazza della Repubblica, quella davanti al Municipio, dove gli elementi architettonici impreziosenti sono limitati alla fontana a raso e ai cubi di metallo (arrugginito) che tra l’altro rappresentano un pericolo costante per i numerosi bambini che usano la piazza per i loro giochi. Nell’elenco rientrano anche altre piazze, come la Verdi e la Garibaldi, così come il parco di via Bixio e via dicendo. Ma ci vogliamo soffermare sull’ultima della serie, forse una delle più ampie della città, che sembra destinata a essere drasticamente ridotta per far posto a una struttura sanitaria. Stiamo parlando di piazza Marco Polo, dove da qualche settimana sono iniziati per la costruzione dell’edificio che dovrebbe ospitare, ampliandoli, i servizi attualmente attivi nel distretto sanitario di base (Dsb) in via Adriatica, proprio di fronte al Liceo Saffo. Qualche riflessione. È proprio quello il posto migliore per realizzare la struttura? Vogliamo sottolineare che all’interno della medesima area c’è anche l’edificio che fino a qualche anno fa ospitava il consultorio familiare e che adesso sembrerebbe inutilizzato. Poteva essere sfruttato, visto che intorno ha a disposizione un’ampia area e a prima vista si presta a una sopraelevazione. Tra l’altro la piazza, al cui interno c’è anche il bocciodromo comunale, ospita anche una struttura privata destinata alla ristorazione con la formula dell’occupazione suolo pubblico. Sull’altro lato c’è poi un manufatto, poggiato su una solida base di cemento, che al momento è vuoto pertanto inutilizzato. Ma entriamo nel merito della futura struttura sanitaria. Circa la sua utilità nessuno può avere dei dubbi, visto che l’attuale edificio che ospita il Dsb, realizzato a suo tempo dal Comune, ormai appare inadeguato. Alcuni addetti ai lavori sottolineano che, secondo le loro valutazioni, mancherebbe lo spazio per alcune attività come il Cup (centro unico prenotazioni) o come la fisioterpia. Se fosse davvero così, entrambi i servizi verrebbero tolti da Roseto e portati all’interno dell’ospedale di Giulianova o chissà dove. Altro spazio che mancherebbe all’appello, sempre secondo alcuni operatori, sarebbe quello per la zona servizi (caldaie, gruppo elettrogeno, …). Non sappiamo se sia davvero così, nonostante i timori degli addetti, ma una cosa è certa: l’edificio che sta per sorgere in quel punto andrà a eliminare un’importante piazza di Roseto, tra l’altro strategica come area di raccolta in caso di emergenza vista la vicinanza con una scuola e circondata da quartieri residenziali molto popolati. 
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A spiegare la bontà dell’idea di utilizzare piazza Marco Polo per ospitare la nascente struttura sanitaria sono arrivati in forza a Roseto i vertici della Regione Abruzzo, con il presidente Marco Marsilio in testa, insieme al direttore della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia con il sindaco Mario Nugnes con tutto il suo staff. La Casa di comunità hub di Roseto, questo il nome tecnico della nascente struttura, andrà a sommarsi alle altre due hub a Teramo e Nereto e alle altre cinque spoke di Isola, Montorio, Bisenti, Silvi e Villa Rosa, realizzate con fondi provenienti dalla Missione 6 del Pnrr per un totale di spesa di 12,8 milioni di euro. È stato spiegato che per costruire la struttura di piazza Marco Polo il finanziamento è di 3 milioni 800mila euro circa e i lavori sono stati appaltati all’impresa “Feliziani Italo” di Teramo. I lavori sono stati consegnati alla ditta il 24 marzo scorso e la fine è prevista a dicembre, con collaudo a marzo dell’anno prossimo. La direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Marco Poltrone, coordinatore per la sicurezza è il geometra Alberto Ortolani, collaudatore è l’ingegner Micaela Forcella. Rup è l’ingegner Roberto Di Ascenzo, della Uoc Patrimonio, Lavori e Manutenzioni diretta da Andrea Di Biagio. Progettista è il gruppo Promedia. Ma torniamo alla piazza eliminata. Secondo Di Giosia la struttura sanitaria di Roseto “avrà anche una funzione di riqualificazione urbana di uno spazio altrimenti usato come parcheggio, senza possedere una reale connotazione”, ringraziando per questo il Comune per aver ceduto l’area, con un diritto di superficie di 99 anni. "Il Comune di Roseto ha messo a disposizione un'area strategica per la realizzazione della Casa di comunità, convinto che questa posizione sia la più idonea”, gli ha fatto eco il sindaco Nugnes , esprimendo a sua volta gratitudine a Regione e Asl . Non ci sarà più, quindi, un’area di sfogo ‘strategica’ in caso di necessità visto che si trova proprio a ridosso della Cittadella sportiva di Roseto, dove sono concentrati tutti i più importanti impianti sportivi della città, tra cui il PalaMaggetti, in questi giorni preso d’assalto da migliaia di tifosi al seguito delle locali formazioni di pallacanestro. Per di più un’altra bella fetta di area libera all’interno della cittadella è stata a sua volta occupata dalla nuova scuola media Fedele Romani, anch’essa in fase di costruzione. L’importanza di avere ampi spazi liberi all’interno del tessuto urbano è la prima raccomandazione che gli esperti di protezione civile rivolgono alle municipalità, e questo dovrebbe valere soprattutto per Roseto dove i nuovi insediamenti residenziali continuano a spuntare come funghi. E molti altri ne sono in programma.
Ma questa è un’altra storia.
FEDERICO CENTOLA
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