«Non sentivo più una delle campanelle al collo delle pecore… e infatti». Paradossalmente, il campanello d’allarme di quello che si sarebbe rivelato un dramma già compiuto, è un campanello che non suona, per Lucio Di Francesco, artigiano di Castelli che ha trovato tre delle sue pecore uccise, e parzialmente sbranate, dai lupi. «E’ la prima volta che mi succede, ma un po’ me l’aspettavo… devo dirlo, perché è da un po’ di tempo che i lupi si vedono girare qui intorno… ed è una situazione davvero pericolosa, perché noi siamo molto vicini alle case di Castelli». Gli animali uccisi sono due montoni riproduttori e una giovane pecora, tutti di razza texes purissima, venuti direttamente dall’Olanda, animali anche costosi (un riproduttore può arrivare a costare mille euro), che Di Francesco alleva per passione per omaggiare una tradizione familiare, però «penso a chi vive di allevamento, che subisce attacchi dai lupi, con danni enormi - dice - perché questi branchi non si spaventano più, sono diventati confidenti, una signora mi ha raccontato di essersi ritrovata con un lupo in giardino, e di non essere riuscita a spaventarlo…»