Nella Sala Comunale “B. Buozzi”, riflettori puntati sulla figura di Mussolini nel nuovo saggio dello storico e intellettuale. Dialogo con il giornalista Antonio D’Amore, in collaborazione con il Rotary Club Teramo Est.
Nella cornice della Sala Comunale “B. Buozzi” è andata in scena la rassegna culturale Communitas Cogitationis con un appuntamento di grande rilievo: la presentazione del libro “Benito, storia di un italiano” (ed. Rizzoli), ultimo lavoro dello storico, giornalista e saggista Giordano Bruno Guerri. A conversare con l’autore, il giornalista Antonio D’Amore, in una serata organizzata in collaborazione con il Rotary Club Teramo Est.
Il volume, già al centro del dibattito storiografico nazionale, affronta la figura di Benito Mussolini con l’obiettivo dichiarato di superare tanto la condanna assoluta quanto l’agiografia. Guerri propone un’indagine profonda e documentata che ne ricostruisce i tratti pubblici e privati, mettendo in luce la solitudine del Capo, la sua tendenza all’improvvisazione e il distacco progressivo dai principi proclamati.
«Gli italiani erano mussoliniani, non fascisti», afferma l’autore, «perché in lui si volevano identificare, in un superuomo che chiamavano familiarmente “Benito”».
Il testo si distingue anche per l’analisi del “mussolinismo” come fenomeno distinto dal fascismo stesso, una chiave interpretativa che punta a comprendere il consenso personale goduto dal Duce al di là dell’ideologia del regime.
Durante il dialogo, sono emersi anche spunti su come il rapporto tra italiani e potere si sia evoluto nel tempo, tra continuità e rimozioni. L’autore ha sottolineato l’importanza di affrontare la storia «senza pregiudizi e senza retorica», offrendo strumenti critici soprattutto alle nuove generazioni.
L'AUTORE
Giordano Bruno Guerri è una delle voci più autorevoli e controcorrente nel panorama della storiografia italiana contemporanea. Ha diretto riviste come Storia illustrata, Chorus e il quotidiano L’Indipendente; è stato direttore editoriale per Mondadori e presidente della Fondazione Ugo Bordoni. Attualmente è presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Tra le sue opere più note: Giuseppe Bottai, un fascista critico (1976), L’arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte (1980), Antistoria degli italiani (2018) e i numerosi studi su Gabriele d’Annunzio, tra cui Disobbedisco (2019).
La serata ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico e ha confermato il valore della rassegna Communitas Cogitationis come spazio di riflessione aperta sul presente attraverso la lente della storia.
Un grazie al collega Alfredo Giovannozzi che ha intervistato il saggista e giornalista Giordano Bruno Guerri.