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Mulinastro OltersaNel destino del mulino, di ogni mulino, c’è contemporaneamente il senso del tempo che scorre, con l’intuibile metafora dell’acqua prepotente, ma anche quello del tempo che resta, che macina e rimugina. E ricorda. Il Mulino di Poggio Umbricchio ha più di duecento anni, lo si legge nelle pietre scalpellate a mano, ma da 64 era fermo. Sostituito prima da quelli elettrici, poi dalle farine industriali e poi offeso dal tempo, che gli ha fermato le macine, bloccate le ruote, distrutto il tetto. La gente di queste parti, però, ha imparato dalle montagne la legge della costanza e la regola della volontà. Quelli della Proloco, anni fa, hanno deciso di tassarsi: un po’  a testa, quando i soldi forse ancora  si contavano in lire, e il mulino se lo sono comprato. Poi, un po’ alla volta, anche con l’aiuto del Parco di Walter Mazzitti, hanno cominciato un lavoro di attento, costante restauro. Fino ad oggi, perché oggi, dopo 74 anni, il Mulino è tornato. Meraviglioso esempio, anche didattico, della vita di un tempo, si riappropria del suo spazio nei luoghi e nel tempo, tornando a contemplare il Vomano che qui davanti scorre schiumoso e freddissimo. Il bosco offre ombra, protezione, vento fresco e si allarga solo per lasciare spazio ad un’area pic nic lungofiume da trecento posto, con 18 fuochi in pietra a disposizione delle carni che pretendono braci vivaci. Un paradiso, nel bosco dietro una curva, lungo il Vomano limpido, sulla strada che sale a Poggio Umbricchio. 
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