Siamo nel triste periodo degli incendi e il canile di Carapollo, a Teramo, versa in condizioni che destano preoccupazione. L’area che circonda la struttura è invasa da cespugli, sterpaglie e vegetazione secca, un mix potenzialmente letale in caso di rogo. Un vero e proprio combustibile naturale che, se innescato, metterebbe in pericolo la vita degli animali ospitati.
Eppure, lo scorso 30 giugno 2025, il sindaco Gianguido D’Alberto ha firmato l’ordinanza n. 170 per la prevenzione del rischio incendi. Un atto chiaro, volto a imporre la bonifica di tutte le aree a rischio. Ma qualcosa non torna.
Secondo Marcello Olivieri, presidente dell’associazione Teramo Vivi Città, l’ordinanza non sarebbe stata rispettata da chi ha la responsabilità diretta sul canile: Pina Ciammaiconi, assessora con delega al benessere degli animali.
“Il 29 aprile scorso chiesi alla Ciammaiconi di far realizzare due solchi tagliafuoco intorno al canile per mettere in sicurezza i cani”, ha dichiarato Olivieri. “L’assessora condivise la proposta, ma solo a parole. Ad oggi nulla è stato fatto”.
I solchi tagliafuoco sono uno strumento raccomandato anche dalla Protezione Civile Nazionale per prevenire il propagarsi delle fiamme. Tuttavia, nel caso di Carapollo, ogni suggerimento sembra caduto nel vuoto.
“È inutile parlare con chi non ha la volontà di ascoltare”, conclude Olivieri.
Se entro questa settimana l’amministrazione non interverrà con un’adeguata messa in sicurezza, Teramo Vivi Città presenterà una denuncia in Procura.
Il rischio è troppo alto, e questa volta a farne le spese potrebbero essere i più indifesi: i cani del canile.