L'Arte è libera, i servi del potere mai.
Gli artisti russi, al di là della imbecille propaganda stalinista e vetero sovietica quindi fascista ancora in voga, unita alla falsità di molti critici e ossessivi compulsivi come Paolo Nori e altri figuri che credono la Russia patria dell'umanità, ventre di Dio, sono stati, storicamente, o servi o morti.
Il popolo russo non è altro che questo bue mansueto con l'anello al naso, da sempre.
Basti ricordare la viltà di Pasternak.
Questi qui possono suonare i loro giochetti scialbi a casa loro, non in democrazia: non ne sono degni.
Non onori ma sberle.
La lucidità e la concretezza del ministro Giuli sono sorprendenti.
Il suo contributo pare sia stato fondamentale per ricacciare indietro il vergognoso Gergiev, che possiede molti beni in Italia e spero siano presto confiscati e venduti a favore del valoroso popolo ucraino (vedi cosa puoi fare, Alessandro).
Giuli ha salvato la dignità di questo Nostro povero Paese.
Con Giuli e Buttafuoco (Presidente della Biennale di Venezia) la nostra cultura, insieme alla nostra dignità di popolo, sta risorgendo perché loro sanno che l'arte non è fatta per intenerire i cuori ma per squassarli. Vale a dire che sono salvi da una interpretazione scolastica dell'Arte cogliendone lo snodo rivoluzionario che fa l'opera.
Ringrazio sentitamente il ministro Giuli di non avermi fatto vergognare per l'ennesima volta di essere italiano.
Che Dio ti benedica, Alessandro.
MASSIMO RIDOLFI