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Se il bancone potesse parlare, probabilmente racconterebbe di caffè serviti in fretta, chiacchiere tra amici, turisti incantati e un giovane che, tazzina dopo tazzina, lavorava dietro di lui. Invece oggi quel bancone è muto, chiuso dietro la saracinesca abbassata del Gran Caffè di piazza XX Settembre a Sulmona— ed è pure sotto pignoramento. Già, perché il giudice ha firmato un provvedimento che farà discutere: pignorato (presso terzi) proprio lui, il bancone, simbolo di un locale che ha fatto la storia di Sulmona. Quello dove Monicelli girò Parenti Serpenti e dove per decenni si sono incrociati professori del Classico, studenti in fuga dalle interrogazioni e vecchi sulmonesi con il cappotto buono della domenica. Tutto parte da una storia che sembra uscita da un romanzo di provincia, o da una puntata di Un giorno in Pretura: nel 2022 un ex dipendente del bar decide di chiedere il conto degli emolumenti non versati. Il Tribunale gli dà ragione con un decreto ingiuntivo da 11.071 euro. Ma in tasca, finora, sono arrivati solo 3.000 euro così ha chiesto il pignoramento del…bancone.