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Strade italiane: tra dissesti e pericoli per pedoni e guidatori

Le strade italiane rappresentano un tema che ciclicamente torna al centro del dibattito pubblico, perché la loro condizione influisce in maniera diretta sulla vita quotidiana di milioni di persone. Buche, asfalti consumati dal tempo, segnaletica ormai illeggibile e guardrail danneggiati costituiscono una minaccia concreta per chi si muove in auto, in moto o a piedi. Basta un temporale improvviso per trasformare una carreggiata già logora in una trappola pericolosa, oppure un tratto urbano poco illuminato per esporre i pedoni a rischi gravissimi. Secondo l’ISTAT, nel 2024 in Italia si sono verificati oltre 173mila incidenti con lesioni a persone, che hanno causato più di 3.000 vittime e quasi 234mila feriti. Una parte significativa di questi eventi è riconducibile proprio a fattori esterni come il cattivo stato della rete viaria, con un incremento degli incidenti legati alle buche del 17% nelle aree urbane e del 27% su quelle extraurbane. Non si tratta quindi di una semplice percezione: i dati certificano che la manutenzione insufficiente delle strade italiane rappresenta un problema strutturale e non un fenomeno isolato.

Incidenti e responsabilità degli enti pubblici

Quando si parla di dissesto stradale, non si deve pensare soltanto agli automobilisti. Motociclisti, ciclisti e pedoni sono i più esposti, perché meno protetti e spesso costretti a muoversi su marciapiedi sconnessi, pavimentazioni irregolari o corsie ciclabili improvvisate. Gli enti pubblici, secondo il Codice Civile, hanno il dovere di garantire che le infrastrutture siano mantenute in condizioni di sicurezza. L’articolo 2043 richiama la responsabilità extracontrattuale in caso di danni, mentre l’articolo 2051 introduce il concetto di responsabilità oggettiva per le cose in custodia, comprese le strade. Ciò significa che la Pubblica Amministrazione può essere chiamata a rispondere dei danni subiti dagli utenti, salvo che riesca a dimostrare l’imprevedibilità o l’impossibilità di prevenire l’evento, circostanza che nella pratica è spesso difficile da provare.

Come mantenere l’auto sempre pronta

Se il contesto infrastrutturale non offre sempre garanzie, diventa essenziale che l’automobilista faccia la propria parte mantenendo il mezzo in perfetta efficienza. Un veicolo ben curato può diventare un alleato prezioso per affrontare imprevisti come un improvviso sobbalzo dovuto a una buca o una frenata su fondo dissestato. La condizione degli pneumatici, delle sospensioni e dell’impianto frenante può fare la differenza tra un incidente evitato e un sinistro con gravi conseguenze. Anche lo sterzo, se ben allineato e preciso, aiuta a mantenere il controllo del veicolo in situazioni critiche, così come un impianto di illuminazione pienamente funzionante riduce il rischio di pericoli notturni o in condizioni di scarsa visibilità.
La manutenzione regolare, con controlli programmati su fluidi, batteria, filtri e cinghie, rappresenta un investimento in sicurezza più che una semplice spesa. È utile inoltre avere sempre a bordo strumenti di emergenza, dai kit di riparazione rapida ai compressori portatili. In alcuni casi anche l’utilizzo di prodotti specifici può contribuire ad aumentare l’affidabilità del mezzo: un additivo diesel professionale, ad esempio, aiuta a preservare l’efficienza del motore, evitando incrostazioni e migliorando le prestazioni anche in condizioni di stress meccanico.

Sorveglianza costante e normativa di riferimento

La sicurezza, tuttavia, non può essere demandata esclusivamente ai singoli automobilisti. Il monitoraggio e la manutenzione delle infrastrutture sono compiti che lo Stato e gli enti locali hanno l’obbligo di adempiere in maniera sistematica. Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, punta proprio a un rafforzamento del controllo, introducendo strategie basate sulla valutazione del rischio e sulla programmazione di interventi mirati sia nelle città sia lungo le arterie extraurbane.
Il Codice della Strada, all’articolo 14, stabilisce che i proprietari delle strade hanno il dovere di provvedere alla manutenzione, alla gestione e alla pulizia della sede viaria, mentre l’articolo 31 obbliga anche i privati confinanti a impedire cedimenti o smottamenti che possano compromettere la sicurezza. Queste norme, insieme al principio di responsabilità sancito dal Codice Civile, tracciano un quadro chiaro: la manutenzione delle strade non è una facoltà, ma un dovere giuridico e istituzionale.
La qualità della rete stradale è un fattore determinante per la sicurezza collettiva. Un Paese che non sorveglia costantemente le proprie vie di comunicazione mette a repentaglio non solo la vita dei suoi cittadini, ma anche la sua stessa credibilità sul piano della gestione pubblica. La manutenzione costante, la sorveglianza permanente e la tempestività degli interventi non dovrebbero essere considerate eccezioni, ma regole imprescindibili di un sistema moderno e responsabile.