Forte appello ai parlamentari abruzzesi da parte dei tre presidenti di Aniem, l’associazione aderente al sistema Confapi che riunisce il maggior numero di imprese edili in Abruzzo, perché si uniscano le forze per risolvere il problema dei crediti incagliati derivanti dal superbonus. Uno stallo che sta mettendo in ginocchio il comparto, condannando alla morte certa un gran numero di imprese edili anche in regione, realtà con centinaia di cantieri aperti e lavoratori, che a causa delle mancate monetizzazioni non riescono ad andare avanti. La richiesta di attenzione è contenuta in una lettera che Luigi Pagnini, Enzo Marcozzi e Federico Bologna, alla guida delle associazioni Aniem di Chieti-Pescara, Teramo e l’Aquila, hanno inviato a senatori e onorevoli perché si arrivi a una mobilitazione politica capace di rompere l’inerzia attuale.
“Chiediamo attenzione e supporto, perché si attivino iniziative certe a sostegno delle imprese, azioni immediate e concrete che impediscano a migliaia di realtà di scomparire – così i tre presidenti - Il Mef nei giorni scorsi ha reso noto che ci sono ancora 30 miliardi di crediti d'imposta legati al Superbonus bloccati nei cassetti fiscali, la nostra Associazione a livello regionale ne vanta circa 300 milioni, molti riguardano pratiche contrattualizzate con il cessionario di turno ma non pagate, addirittura non ci viene consentito neanche di caricare il SAL nelle famose piattaforme. Tutto ciò è inaccettabile in uno stato civile. Il decreto di febbraio è stato ribattezzato DL cessione crediti fiscali, ma sembra quasi una presa in giro, perché stiamo facendo e vedendo di tutto, tranne riuscire a cedere i nostri crediti. Ovviamente le mancate monetizzazioni si riflettono sui cantieri in corso, ritardando i pagamenti ai fornitori e impedendo la chiusura dei lavori, in alcuni casi stiamo assistendo ai primi contenziosi tra impresa e condomini. Siamo a giugno, a dicembre il superbonus 110% scadrà, da mesi già molte imprese sono state costrette a fermarsi e pertanto oltre allo sblocco dei crediti nei cassetti fiscali per lavori già eseguiti occorrerà una proroga e occorre saperlo in maniera ufficiale già oggi, l'imprenditore ha bisogno di programmare oggi e non di improvvisare domani, anche perché domani molte realtà che producono lavoro e occupazione, potrebbero non esserci più, scomparire a causa di questa situazione.
E' stato lo stesso Mef, rispondendo nei giorni scorsi a un'interrogazione in Commissione Finanze della Camera, ad ammettere il fallimento del decreto cessioni, dichiarando che ci sono solo tre soggetti che hanno ripreso parzialmente gli acquisti di crediti (Enel X, Intesa Sanpaolo e Sparkasse), in realtà anche questo dato non corrisponde, nei fatti, pienamente a verità e altri sarebbero pronti a farlo, Credit Agricole, Unicredit e Poste, in attesa di ultimare le procedure per dare avvio al procedimento. In merito al veicolo finanziario deputato all'acquisto dei crediti, lo stesso Ministero ha dichiarato che nessuna iniziativa è stata intrapresa in questo senso direttamente dall'amministrazione pubblica, risulta tuttavia che la società Enel X, di concerto con alcuni istituti bancari, stia lavorando alla realizzazione di una piattaforma la cui operatività è prevista non prima del mese di settembre 2023.
Ma a settembre molte aziende edili non ci saranno più, imprese dell'edilizia, ma anche famiglie non possono aspettare più. Per tali ragioni è urgente riaprire subito il mercato dei cessionari, siano essi banche o partecipate, anche per porre un freno alle attuali continue e assurde speculazioni da parte di società e intermediari che cercano di prendere per la gola imprese e famiglie, offrendosi di acquistare i crediti a tassi elevatissimi.
Infine, ma non per importanza, una considerazione sui lavori post sisma: quasi tutte le pratiche ormai sono legate al superbonus per la parte in accollo, bene la proroga fino al 2025 del 110% e dello sconto in fattura, ma oggi nessun nostro associato è disposto a prendere lavori di questo tipo senza certezza di vendere il relativo credito, di fatto si sta paralizzando anche la ricostruzione del centro Italia.
Se il Governo e il Parlamento non troveranno IMMEDIATAMENTE una soluzione, dovremo attenderci nelle prossime settimane delle conseguenze molto pesanti sotto il profilo economico per migliaia di famiglie, di professionisti dell'area tecnica e imprese, tutti impegnati nelle attività connesse ai Bonus Edilizi”.