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economia3Partendo dall'analisi di
Cresa (Centro studi dell'agenzia per lo sviluppo della Camera di
commercio del Gran Sasso) sui dati Infocamere-Movimpresa delle imprese
in ABRUZZO nel 2024, Casartigiani ABRUZZO traccia la sintesi per
proporre nuove politiche attive per un sostegno mirato ai tavoli
istituzionali. Il dato più allarmante in ABRUZZO è quello delle sempre
minori iscrizioni da un lato e dall'altro delle incessanti
cancellazioni delle imprese. Nonostante la negatività della tendenza,
l'ABRUZZO si colloca sopra la media nazionale.
La crisi strutturale investe soprattutto il settore artigiano, con la
provincia di Pescara che fa da maglia nera, ma anche quello agricolo,
manifatturiero e del commercio. Il settore delle costruzioni invece
risente positivamente dell'aumento della domanda che i bonus statali
hanno generato. Il terziario, seppur in modo lieve, sta crescendo. In
termini numerici, nell'anno 2024 l'ABRUZZO ha perso ben 101 unità con
un saldo negativo del -0,07%, rispetto a quello dell'anno precedente
pari a +0,23% e a quello nazionale che sempre nell'anno 2024 era pari
a 0,62%. Tali dati fanno sì che l'ABRUZZO si collochi al penultimo
posto delle regioni italiane.
A livello provinciale si apprende che Chieti e Teramo hanno perso
rispettivamente ben 193 e 50 imprese. Pescara vede aumentare le
imprese invece di 101 unità. L'Aquila ha avuto 41 nuove imprese
iscritte. L'ABRUZZO ha subito la perdita di 7 mila imprese,
collocandosi a metà graduatoria delle regioni italiane. Aver
registrato invece 6.899 nuove attività ha collocato la regione al
14esimo posto. Chieti ha riportato la percentuale inferiori delle
nuove iscrizioni: +4,33% rispetto al +5% delle altre province
abruzzesi. In sintesi, la Regione ABRUZZO chiude l'anno 2024 con
144.289 imprese registrate (+2,5% delle imprese italiane), di cui
123.150 attive. Si può dire che continua a diminuire il numero di
aziende operanti in agricoltura, nel commercio e nel manifatturiero.
Aumentano invece i servizi non commerciali e le imprese edili