La CISL di Teramo e la FAI CISL esprimono «piena soddisfazione» per la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila, Sezione Lavoro e Previdenza, che ha respinto il ricorso della società Richetti S.r.l., confermando integralmente la decisione di primo grado a favore di due ex lavoratrici assunte con contratti di somministrazione. Una vittoria importante sul piano giuridico e sindacale, che – secondo la CISL – rappresenta un precedente rilevante per la tutela dei diritti dei lavoratori.
La vicenda ha avuto inizio nel 2021 con un ricorso presentato dalle due dipendenti, assistite dall’Avvocato Rosa Matassa per conto del sindacato. Il Tribunale del Lavoro aveva già stabilito nel 2023 la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, la reintegrazione nel posto di lavoro e un risarcimento danni per le lavoratrici, ritenendo illegittimo l’utilizzo prolungato e reiterato dei contratti di somministrazione.
Secondo quanto ricostruito dalla CISL, le due dipendenti avevano prestato servizio per diversi anni con contratti a termine, superando il limite temporale fissato anche da un “accordo in deroga” che indicava come data massima il 30 giugno 2020. La Corte d’Appello ha confermato che l’azienda ha oltrepassato i limiti previsti dalla legge e dal contratto di prossimità, dichiarando così legittima la richiesta di stabilizzazione.
Alessandro Collevecchio, della FAI CISL, ha ribadito che «le soluzioni proposte all’azienda erano corrette e percorribili», e che l’accordo mirava a «promuovere un’occupazione stabile e di qualità». Anche Alberico Maccioni, della CISL Teramo, sottolinea come la sentenza sia «una conferma della bontà delle scelte operate dal sindacato».
La CISL coglie l’occasione per lanciare un messaggio chiaro: «Questa sentenza è un monito per tutte le imprese: i diritti non si calpestano. La somministrazione può essere uno strumento legittimo di flessibilità, ma non deve mai diventare un mezzo per eludere la stabilizzazione dei lavoratori».
Il sindacato teramano si dice pronto a continuare la sua battaglia «per la legalità, la trasparenza e la giustizia nei luoghi di lavoro».