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Il Popolo della Famiglia presenta il proprio simbolo, e  il proprio candidato Sindaco alle elezioni di Teramo:
la presentazione avverrà il prossimo 11 maggio nella  sede locale del movimento in Viale Crispi 178.

Il movimento, il cui programma politico si richiama alla Dottrina Sociale della Chiesa, prese nta  una lista con una importante componente femminile.
Molte sono infatti le donne candidate: lavorat rici , libere professioniste, pensionate, imprendi trici, mamme e studentesse particolarmente sensibili alla caratterizzazione valoriale del movimento. Ed é una donna il candidato Sindaco Simona Lupi:
funzionario della Previdenza Sociale e segretario region a l e del Sindacato F.L.P., laureata in economia e commercio, madre di un ragazzo di 20 anni, e già candidata al Senato per il Popolo della Famiglia alle scorse elezioni politiche. Per governare la città in modo stabile, evitando commissariamenti,
il Popolo della Famiglia continua a dialogare c on liste civiche o p artiti che  locali che abbiano le medesime sensibilità su temi prioritari, come la valorizzazione della famiglia e della vita, e il rilancio del tessuto economico partendo da un ruolo sociale attivo delle famiglie. Il movimento infatti presenta un ricco e vario programma che pone al centro le esigenze e il benessere economico delle famiglie teramane e delle imprese locali,a partire da quelle individuali, e a conduzione familiare.

Tra le proposte presenti nel programma, sono previsti:
l’Assessorato alla Famiglia, il reddito di maternità,
il Bonus Famiglia, e il Fondo Garanzia Mutui
per le coppie under 35 che si sposano, il contenimento
delle tariffe degli asili nido, con maggiore flessibilità di orari;

uno sportello per le micro-imprese, negozi di vicinato,
e imprese a conduzione familiare, e una conferenza
Comuni-Imprese, per politiche di sviluppo che favoriscano
l’occupazione, e la ricchezza dell’economia locale;

uno Sportello Emergenza Dipendenze Patologiche,
a sostegno delle famiglie e delle realtà che operano
per la partecipazione alla vita sociale dei ragazzi,
e per un sano divertimento;
uno Sportello No gender, per l’abolizione
dell’ideologia gender introdotta nelle scuole
e che impone, attraverso una manipolazione
didattica e culturale del bambino, un orientamento
comportamentale promiscuo.