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LcrisNella croce del venerdì santo c’è la sintesi di ogni male. Tutto viene redento, e non semplicemente cancellato. Tutto rinasce a una vita nuova, quella della resurrezione, che da il senso a tutto. 

“Ecce Homo”. Ecco l'Uomo. Ponzio Pilato da Bisenti, governatore romano della Giudea, indica così Gesù flagellato al popolo che lo vuole crocifisso. Gesù, viene ritenuto innocente dal vile governatore ma, dato che i Giudei lo volevano giustiziare ugualmente, l’uomo che si lava le mani gli offre il Cristo coperto di piaghe e ferite sanguinanti e dice "Ecce Homo" come per dire "Eccovi l'Uomo, vedete che l'ho punito?".
“Ecce Homo”. Ecco l’Uomo dice Papa Francesco. Invoca il perdono. Chiede a Dio di non lasciarci soli. La nostra generazione è stata la prima, purtroppo, ad avere il potere di distruggere la natura di questo pianeta, compromettendone il futuro.
“Ecce Homo”: avremmo potuto sfruttare le risorse della terra per migliorare il modo di vivere, ma, invece, le abbiamo distrutte. “Ecce Homo”: abbiamo modificato il clima, smembrato il suolo, devastato le foreste, deturpato la natura, inquinato i fiumi, avvelenato i mari, contaminato la terra, appestato l’aria , infettato l’uomo. Abbiamo inventato le guerre per pagare i debiti politici. Abbiamo distrutto nazioni senza battere ciglio. Abbiamo sfruttato interi continenti, abusato delle donne, schiavizzato i bambini, senza sosta, senza tregua, senza limiti, senza ragione. È uno scenario che conosciamo bene, purtroppo. Ce ne siamo fregati di tutto e di tutti. Ora ci lamentiamo e strisciamo alla ricerca della salvezza, senza nemmeno l’umiltà di chiedere il perdono. Abbiamo ignorato ogni grido di allarme prima di oggi. Serviva la morte per farci ascoltare. Ora preghiamo. Ora ci lamentiamo. Abbiamo rubato in ogni dove, dalla politica alla amministrazione; abbiamo utilizzato il prossimo bisognoso; abbiamo scelto di prostituirci per avere il favore dei potenti di turno che tradivano il loro mandato in ogni gesto; abbiamo servito in ginocchio vescovi pagani, ladri, affamati di soldi, che tradiscono la croce, sciamani devoti solo al loro super io, invece che chinare il capo davanti al vero Cristo. Il Cristo povero, che nasce povero in una grotta, muore povero in croce, luce dei sofferenti, bisognosi, malati. Abbiamo mentito sapendo di mentire. Mentito sul lavoro, a scuola, in famiglia. Abbiamo giurato, spergiurato il falso, per il nostro momentaneo tornaconto. Una, due, cento volte. Siamo stati vermi con i forti e inflessibili con chi meritava misericordia . E non siamo pentiti. Si abbiamo paura, si piangiamo, ma non siamo pentiti. Non abbiamo capito nulla. Che prima o poi sarebbe arrivata una pandemia qualcuno lo diceva da anni; Bill Gates, 4 anni fa, lanciò un appello ai governanti perché tagliassero le spese militari e investissero nelle strutture sanitarie e nella ricerca. Non fu ascoltato. Da nessuno. Ce ne siamo fregati. Abbiamo ignorato la Parola del Vangelo “il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no,” (Giacomo 5,12). E abbiamo pensato, così facendo, di essere furbi. “Mors tua vita mea” è stato il nostro motto. E non siamo pentiti. Lo rifaremmo. Lo rifaremo appena si potrà. Ci siamo girati dall’altra parte per non sentire chi ci chiedeva aiuto. Lo rifaremo . Abbiamo taciuto davanti all’ingiustizia. Lo rifaremo . Abbiamo chiuso gli occhi davanti alle mille croci che si alzavano, ovunque, ogni giorno, in silenzio. Anche nel nostro mostruoso silenzio. Nella folle rincorsa al denaro diabolico. Lo rifaremo . Siamo stati complici del disastro. E siamo colpevoli. Senza appello. Colpevoli. “Ecce homo” . Davanti a Dio, ora, qui, c’è un uomo impazzito. Drogato nell’anima e nel corpo. “Ecce homo”: ginocchioni, vile, vittima stupida dei cambiamenti climatici che lui stesso ha creato. Ecce homo. Eccolo l’Uomo che ha flagellato la natura. Solo, in ginocchio, davanti a Dio. Eccolo l’Uomo che ha venerato il demonio, in opere, pensieri e azioni. Ora è solo, trema, chiede scusa, ma non ha umiltà, non è pentito. Cristo, il Dio fatto carne, che ha accettato di morire in croce ci chiama adesso a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Questo è il tempo per scegliere che cosa conta davvero. È il tempo di reimpostare la rotta della vita. Questo è il tempo per capire gli errori commessi. Valorizzare le persone comuni, tutta quella gente, tanta gente di buona volontà, che ogni giorno infonde speranza. Quella gente che, come il Cireneo sul calvario, con le loro azioni, le loro mani, il loro amore infinito, ogni giorno, ogni momento, ognuno come può, per quello che può, prende in spalla la stessa croce di Cristo, per dirci “Coraggio, non abbiate paura”. Ecco l’Uomo che ci viene in soccorso: l’unico , immenso, leader mondiale dell’umanità, che come il Cireneo, mette su di se la croce e si fa carico delle nostre fragilità. Ecco il Padre, Francesco che grida con le parole del Cristo: “Coraggio, non abbiate paura. Dio è in croce ma sta per risorgere”.
Leo Nodari