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ASERTIL’Europa preme. La Meloni resiste. L’Europa delle multinazionali affamate dalle nostre bellezze naturali, architettoniche, gastronomiche, alza i toni e minaccia le nostre strutture balneari, spinge affinché il governo italiano revochi la proroga delle concessioni prevista nel milleproroghe e adotti la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione del settore quanto prima.Altrimenti è pronta con la procedura di infrazione con multa contro l’Italia, ed al ricorso alla Corte di Giustizia Ue.Proprio ieri dall'Europa arriva l'ennesimo richiamo sulla questione dei balneari. "Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente" 

Le conseguenze per il governo Meloni non sono da poco. Occorre una "soluzione urgente" che tenga in considerazione i dettami della nuova sentenza della Corte. Il dilemma sta tutto nell'accettare o meno di fare quelle gare previste dell'Ue. Un aut aut che, con il nodo della terza tranche del Pnnrancora da sciogliere, scotta ancora di più. All’Europa delle lobby (autorizzate) dietro cui banchettano le multi nazionali che sfruttano e corrompono poco importa se sulle spiagge ci sono imprese che hanno fatto investimenti, versato lacrime, sudore e sangue, creato attività. L’Europa non intende riconoscere valore al passato. Io penso invece chequesto vada riconosciutodando certezze e riconoscimento a quello che commercialmente si chiama “valore d’impresa e alla professionalità degli operatori, garantendocontinuità imprenditoriale alle imprese a uso turistico e ricreativo, a maggior ragione per quelle già esistenti,trovando una soluzione definitiva all’annosa questione balneare italiana che per sua natura è unica in Italia.

Con questa decisione di ieriobiterdictumlaproroga delle concessioni balneari di un ulteriore anno ora diventa un muro per il governo Meloni,perché il diritto europeo tassativamente vieta ulteriori slittamentiperchèla direttiva europea che le vieta, la Bolkestein - del 2006 – stabilisce che la normativa europea in materia è direttamente applicabile in Italia, che le spiagge sono risorse scarse e pertanto la loro concessione va messa a gara. È un bel problema per il governo MeloniVisto che Bagni Andrea a Roseto ha già riaperto non ci resta che approfittare degli sprazzi di sole di questi mesi per pranzare con uno spaghettino con le vongole vista mare dei nostri chaletDopo di che come dice il grande poeta intellettuale napoletano / rosetano Mario De Bonis “Scurdammec’ o spaghett’ a vongole fujutè”. La prossima estate 2024 potrebbero non esserci più. Non le vongole, gli chalet.  Certamente non tutte le 30mila famiglie interessate dalla misura sugli imprenditori balneari  torneranno ad esercitare sui lidi italiani e questo a mio avviso è inaccettabile. Profondamente sbagliato. Come ho già scritto più volte ha ragione il mio bagnino Peppino  diTortoreto: anticipare la scadenza delle concessioni dal 2033 al 2024 significa  accorciare di dieci anni la vita delle imprese senza tenere in considerazione che dopo l’estensione delle concessioni al 2033 ci sono imprenditori che hanno aperto mutui e, ora, con la scadenza anticipata al 2024 rischiano di perdere l’azienda e trovarsi con i conti da pagare.Mentre, ricordiamolo, gli indennizzi  sono ancora fortemente osteggiati dalla Commissione europea. Tanto osteggiati fino al timore che questi non vedranno mai la luce . Che vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere e i grandi gruppi nazionali e gli hotel. E’ vero: ogni anno, quando arriva l’estate, si scopre che i gestori pagano cifre ridicole per i canoni annuali di affitto per concessioni marittime balneari senza gare. Però un conto è far pagare il giusto, un conto è espropriare una vita di lavoro. Forse redditizia ma certamente di sacrifici come quella del mio bagnino Peppino del Venus di Tortoreto  che, attaccata la bici al chiodo, già da un mese si è corciato le maniche per garantirmi un posto pulito, sicuro, con servizio di qualità, con cornetto caldo e pizza dopo il bagno. E non può aspettarsi altro che unamazzata definitiva. Econ lui decine di migliaia di imprese che rappresentano un pezzo fondamentale del nostro turismo.Come vuole l’Europa. 

Ma quali sono le concessioni che le altre nazioni europee mettono a disposizione della cosiddetta concorrenza ? Quelle grechesquallide e deserte ?Quelle dei gelidi mari del nord che lavorano 1 mese l’anno ?Come mai le appetibile spiagge di Spagna  (prive dei servizi) e del Portogallo (poche e sporche) potranno godere diproroghe lunghissime senza incorrere in alcuna sanzione ? Come si può paragonare il  turismo balneare italiano  che ha è uunicum nel panorama  mondiale – anchegrazie agli investimenti sostenuti negli anni dalle imprese tipo quella di Andrea a Roseto e Peppino di Tortoreto –  che potrebbero non riuscire a fronteggiare gli appetiti coalizzati dei grandi investitori stranieri  aprendo uno scenario sociale catastrofico?  Chi vuole regalare questo patrimonio unico del nostro turismo agli appetiti di multinazionalie grandi gruppi stranieri  conoperazioni predatorie?

Leo Nodari