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Wutry“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case (…)Considerate se questo è un uomo (…)Meditate che questo è stato… Facciamo in modo che non succeda mai più.”L’urlo di dolore che Primo Levi lancia nel 1946 nella sua poesia Shemà è lo stesso che ho sentito ripetere tante volte dai sopravvissuti. Sempre lo stesso :“Facciamo in modo che non succeda mai”. E’ lo stesso appello che lanciano ai giovani e agli studenti i familiari dei caditi antimafia  E’ lo stesso appello di Daniela Di Maggio e di Pino Fazio che ripetono in ogni dove Se capire è impossibile, conoscere è necessario". Domani, lunedi27 gennaio siamo tutti chiamati a ricordare  le truppe dell’Armata Rossa che nel 1945 entrarono ad Auschwitz-Birkenau, il più grande complesso di sterminio nazista. In quelle settimane, l’entità del genocidio si rivelò al mondo: sei milioni di ebrei uccisi. Oltre a loro avevano perso la vita oppositori, prigionieri di guerra delle forze nemiche della Germania e dei suoi alleati, rappresentanti della comunità rom, omosessuali, disabili. Il 27gennaio è diventata, in questo nuovo secolo e millennio, la data per non dimenticare le vittime e per onorare chi cercò di fare qualcosa contro la macchina di morte hitleriana. Siamo chiamati tutti a ricordare le vittime dell'olocausto e delle foibe e, soprattutto, a interrogarsi sul perché della discriminazione dell'uomo contro altri uomini. E soprattutto gli studenti  sono chiamati a sviluppare quellacoscienza critica necessaria per cogliere gli elementi negativi dei nostri tempi che possono riproporre i germi del genocidio,  dell’intolleranza e dell’odio razziale che la storia ha sconfitto. 

La Giornata della Memoria 27 gennaio e la Giornata del ricordo del 10 febbraio non servono solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà 80anni fa. Servono a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto. Ci ricordano che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo  in quella che gli storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l'indifferenza per chi viene isolatoe non accettatoPer evitare che queste tragedie si ripetano occorre ricordare e soprattuttocapire.Perchè non sono è il risultato di una follia, dell’irrazionalità di singoli individui. Come accade anche oggi le terribili fabbriche della morte si alimentano delle volontà e delle azioni di donne e uomini comuni che supportano l’ideologia di morte. Donne e uomini comuni come potremmo essere noi qui oggi adesso. Non siamo immuni dal male e dobbiamo saperlo. È difficile non concordare con le amare considerazioni fatte spesso sull’oblio a cui sarà destinata in un prossimo futuro la Shoah, oltre che sull’indifferenza annoiata che già oggi essa produce in molti. Mentre La mala pianta del razzismocontinua a crescere rigogliosa e a produrre i suoi effetti catastrofici. A cui si aggiunge - pesante come un macigno – l’antisemitismo derivante dal conflitto israelo-palestinese e della vera e propria strage che l’esercito israeliano sta perpetrando a Gaza in “risposta” all’efferato assalto di Hamasil 7 ottobre 2023 

Ma continuare a ricordare è importante, ma soprattutto necessario per conservare e rinnovare la memoria di quei fatti tragici. È fondamentale per le giovani generazioni ripercorrere quelle tappe, anche se dolorose, perché per loro è questo il momento in cui si forma una coscienza e una consapevolezza. Se c’è una giornata proclamata solennità civile nazionale il modo migliore per celebrarlo è di coinvolgere le scuole e dare la possibilità agli studenti di conoscere queste pagine nere della storia affinché non si perda nell’oblio. Dobbiamo conoscere il nostro passato. Ricordare  è un dovere morale e una responsabilità sociale.  La memoria e il ricordo  sonostrumenti che, se opportunamente utilizzati, generano armonia nelle comunità. La rievocazione di tragedie può essere esempio per conoscere il passato e non ripetere errori oltre a rendere onore a quanti furono costretti a subire l’onta dei campi di sterminio o dell’esodo. Essere consapevoli del nostro percorso storico aiuta ad indicare ai giovani la rotta di una convivenza pacifica, in cui la conoscenza è elemento di confronto e non di divisione e scontro. Ricordare è coinvolgere le giovani generazioni al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia vissuta da migliaia di italiani e delle moltissime vittime. La conoscenza della storia crea consapevolezza, la consapevolezza genera responsabilità e alimenta la maturità civile Anche se non è sempre facile costruire un ponte valido tra il passato ed il futuro, lo strumento che ci supporta nella costruzione di un Paese, sempre più liberale e democratico, di un’Europa, grande spazio comune di pace, è mantenere la memoria viva, promuovere la migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali, è insegnare ai giovani l’importanza del rispetto dei diritti umani, della diversità e della tutela delle minoranze, educare alla cittadinanza piena ed attiva, alla cittadinanza europea; questo ci aiuta a costruire il nostro futuro e quello delle generazioni future. 

Leo Nodari