Giovani. Ma non esageriamo. Una scazzottata tra ragazzi c’è sempre stata. Io ho vissuto la mia giovinezza tra piazza Dante e viale Mazzini e le mazzate ce l’andavamo a cercare a via RomaE le trovavamo.Non ho mai nascosto di non essermi mai tirato indietro. E potrei raccontare di tanti teramani illustri che se le sono date di santa ragione. Tifosi ultras. Ma non esageriamo. Dietro c’è tanto amore e tanta passione. Anche qualche idiota ma come ovunque. Ma ora a Teramo si è passato il segno. Non è più questione di ormoni giovanili e neppure di quella sana irrequietezza che è propria della gioventù. Oramai la città è allo sbando. Piazza Garibaldi è terreno di nessuno. Dall’uomo che gira nudo alle bottigliate dagli spacciatori albanesi agli ubriachi rumeni. Senza controllo. Senza contrasto. Senza risposte. Maforse è meglio senza che la risposta gravissima che leggo in una intervista realizzata ieri dal Sindaco D’Alberto. Sui social qualcuno scrive di “uno scherzo”. Nessuno scherzo, tutto vero. Qualcuno scrive di un “Sindaco in confusione”. Ecco, si, forse un Sindaco che dice (testuale) “l’episodio di sabato –il lancio di bottiglie incendiarie in piazza con rissa – non è una questione di ordine pubblico perchè il sistema ha funzionata …i sistemi di video sorveglianza erano presenti ma dobbiamo richiamare la responsabilità delle famiglie”. Non è uno scherzo, lo ha detto. Ma a Teramo non vale il testo unico degli enti locali ? Il sindaco non conosce o fa finta di non conoscere l’articolo 54 già in passato ricordatogli da questa semplice rubrica ?Così continua “ Bisogna promuovere la cultura del rispetto . E tocca alla famiglia farlo. Le famiglie devono intervenire. “Non è uno scherzo, lo ha detto. E per peggiorare l’intervista così continua “ Occorre una riflessione occorre una progettualità “. Finalmente il sindaco svergognato dai fatti per il silenzio con cui ha cercato di coprire ciò che accadeva a Piazza Danti, poi ripetutamente a Piazza Martiri, ora a Piazza San Francesco , ovviamente senza che nessuna papera muta gianguidica provasse a pensare e a dire, in sindaco tutto impegnato a fare le foto e i cordoli figli della follia pura che rovinano l’unica strada di spostamento in città, scopre un fenomeno che da almeno un anno non doveva essere ignorato. Mi chiedo se un sindaco che attacca le famiglie invece di proporre in piazza ubriaconi e noti cocainomani non senta la necessità di favorireLUI occasioni reali di dialogo con i giovani e condivisione per i giovani per attivare vere sinergie intergenerazionali che possano accogliere la complessità e non limitarsi ad occasioni a spese della comunità per farsi due foto . Prima di attaccare le famiglie che fanno ogni sforzo e a volte certo sono in difficoltà non dovrebbe essere il sindaco a contribuire per creare contesti che aprano prospettive in cui i giovani possanoriconoscersi. Invece di attaccare le famiglie un sindaco non dovrebbe impegnarsi per mettere insieme le migliori energie,connettere e mescolare le competenze dei competenti e non dei suoi inutili idioti che lo servono, per attivare riflessioni sulla cittàe sul mondo intorno a noi. Un sindaco non dovrebbe mettere al centro le persone della sua città, anche gli adolescenti e giovani, per co-costruire attività e interrogarsi su ciò che si progetta. Non dovrebbe essere il sindaco ad invitare a riflettere sui contesti, sulle azioni, sulle volontà dei suoi cittadini invece di governare come un monarca che non vede, non sente e non parla. A Teramo vale il detto “La verità non teme il confronto”
Leo Nodari